Migliaia di manifestanti appartenenti a movimenti sociali e partiti di sinistra hanno già raggiunto la storica Plaza de Mayo di Buenos Aires per protestare contro il programma del neo presidente dell'Argentina Javier Milei.

I cortei hanno raggiunto l'iconica spianata emblema della protesta delle Madri dei desaparecidos della dittatura non senza momenti di tensione.
Un forte dispiegamento della polizia ha obbligato le tre colonne di manifestanti a rispettare il protocollo che ordina di mantenere il transito libero e in diversi casi, durante il tragitto verso la piazza, si sono prodotte schermaglie e provocazioni anche con lancio di gas lacrimogeni.
Mentre si svolgeva la manifestazione il presidente Milei controllava l'operazione di mantenimento dell'ordine pubblico dal comando centrale della Polizia Federale insieme al ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich.

 

Buenos Aires in stato d'assedio in vista delle proteste

Il governo argentino del neo presidente Javier Milei dimostra di voler fare sul serio con l'obiettivo di mettere fine ai picchetti e alle proteste che impediscono la libera circolazione.

A fronte della manifestazione di protesta contro il piano di aggiustamento economico annunciata per oggi da oltre 250 movimenti sociali raggruppati sotto la sigla di 'Union Piquetera', il ministero della Sicurezza ha dispiegato un'operazione congiunta delle quattro forze federali (Polizia, Gendarmeria, Prefettura e Polizia Aeroportuaria) per controllare i principali accessi stradali e le stazioni delle linee di treni interurbani.

Tutti i cartelli informativi della città trasmettono inoltre da questa mattina il messaggio "chi blocca non riscuote", in riferimento alla riscossione dei sussidi sociali. Il governo ha infatti annunciato che coloro che parteciperanno ai picchetti perderanno il diritto a ogni tipo di aiuto dello Stato.
Sebbene non siano state ancora fornite cifre ufficiali sul numero di agenti dispiegati né dettagli sull'operazione, si possono osservare decine di veicoli blindati nelle zone adiacenti alle principali arterie di ingresso nella capitale e alle stazioni. Alle forze federali si aggiungono inoltre quelle della polizia della Città di Buenos Aires, incaricata principalmente del controllo del centro della città dove si svolgerà la manifestazione, in particolare il corridoio della Avenida de Mayo che unisce la piazza del Congresso con la Plaza de Mayo passando per il monumento dell'Obelisco.
"Oggi la facciamo finita con i picchetti e inizia un nuovo cammino di pace e convivenza che non avrà ritorno", ha affermato la ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich.

Aumenta la tensione

Aumenta la tensione in Argentina in vista della prima grande manifestazione oggi contro il programma economico ultraliberista del governo di Javier Milei convocata dalle organizzazioni sociali e i partiti di sinistra riuniti sotto la sigla 'Union Piquetera' (Up).
A fronte dell'iniziativa di protesta il ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich, ha ribadito che verrà attuato in modo inflessibile il nuovo protocollo delle forze dell'Ordine contro qualsiasi manifestazione che provochi un blocco della circolazione, mentre il titolare del dicastero del Capitale Umano, Sandra Pettovello, ha annunciato che verranno tolti i sussidi sociali a tutti coloro che parteciperanno a picchetti o disordini.
"Noi vogliamo manifestare pacificamente, se succederà qualcosa responsabilizzeremo il governo", ha dichiarato da parte sua Eduardo Belliboni, dirigente del Polo Operaio, uno dei principali movimenti della Up.
Alla manifestazione parteciperà anche Juan Grabois, dirigente del Movimento dei Lavoratori Esclusi (Mte) ed ex precandidato alle presidenziali per la coalizione peronista Union por la Patria.

Il leader del Mte, considerato uomo vicino a Papa Francesco, ha affermato in un comunicato che "le misure economiche criminali e l'intimidazione pubblica a coloro che protestano" rappresentano un "sovvertimento della Costituzione".
Il nuovo protocollo per le forze dell'Ordine prevede diverse misure che vanno dalla repressione immediata del delitto in fragranza - in questo caso il blocco della circolazione stradale - a sanzioni nei confronti di istigatori e finanziatori dei picchetti.