ROMA – La trasmissione di Rai Italia “Casa Italia” ha dedicato un focus alle quattro scienziate italiane che figurano fra le mille migliori ricercatrici del mondo nel 2023: una classifica stilata da Research.com, una delle principali piattaforme accademiche che valuta i ricercatori sulla base delle loro pubblicazioni. Si tratta di Silvia Franceschi (esperta di epidemiologia oncologica presso il Centro di ricerche di Aviano), Speranza Falciano (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), Eva Negri (Professoressa in Medicina del Lavoro all’Università di Bologna) e Silvia Priori (Direttore del reparto di cardiologia molecolare all’Ospedale Maugeri di Pavia). Nel suo intervento Negri ha spiegato che circa il 40% dei tumori sarebbe evitabile adottando degli stili di vita sani: ad esempio evitando fumo, alcool, sovrappeso e obesità, nonché la sedentarietà oltre a dover seguire una dieta sana limitando il consumo di carni elaborate. Negri ha evidenziato che sono stati fatti sicuramente dei notevoli passi in avanti nella sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro. Dal canto suo Priori ha sostenuto che, anche sul fronte della cardiologia, sono stati raggiunti traguardi importanti, sottolineando l’importanza di conoscere patologie potenzialmente letali come infarto o arresto cardiaco. Sulla questione di genere, all’interno dell’ambito accademico e del mondo della ricerca, Priori ha parlato di mancanza di infrastrutture adeguate che possano permettere a una donna di realizzarsi pienamente in un contesto professionale impegnativo come questo: tra gli ostacoli principali c’è sicuramente la mancanza di strutture di sostegno alla maternità, intesa anche come possibilità di crescere i figli senza dover rinunciare agli spazi di tempo necessari alla carriera. Ha poi ripreso la parola Negri si è quindi ricollegata alla questione di genere sottolineando come le donne vadano maggiormente supportate; ha inoltre lamentato come uomini e donne, a parità di curricula, vengano valutati diversamente. Questa disparità di trattamento si è vista nel corso della storia, considerando che – pur a fronte di atenei antichissimi – la legge che sancisce la possibilità per le donne di frequentare l’università con gli stessi diritti degli uomini è arrivata solo del 1875. Negri ha spiegato che, comparando il numero di professori ordinari sotto i 45 anni di età, si nota una disparità ancora forte. Priori ha invece evidenziato la differenza nei finanziamenti alla ricerca tra Italia e altri Paesi: differenze che inevitabilmente si riflettono in mancanza di infrastrutture o apparecchiature innovative. Anche Negri si è soffermata sul problema dei finanziamenti nella ricerca, rilevando come in Italia si investa meno rispetto ad altri Paesi: con la conseguenza che l’Italia rischia di essere poco attrattiva, portando i nostri ricercatori ad andare altrove. Negri ha voluto infine esprimere un ringraziamento ai volontari di AIRC per la raccolta fondi.