Gerardo Petta

Egregio Direttore,

 

Da affezionato lettore del Suo giornale, vorrei esprimere i miei rallegramenti per  l'efficace  copertura, fra l'altro, dei temi di interesse consolare, che  svolge con encomiabile chiarezza.

 

Sulla base  anche della mia  modesta esperienza nel Comites di Zurigo, sembra a me che l'annosa questione degli uffici consolari, su cui si concentrano, come noto,  le lagnanze  di migliaia e migliaia di connazionali, per i cronici ritardi nell'offerta dei servizi, e per i lunghi e talora infiniti tempi di attesa, richieda  non soltanto più attenzione, come, più o meno, già avviene,  ma  richieda anche e, forse soprattutto,  più immaginazione, da parte, in primo luogo,  dei parlamentari eletti all'estero, i quali, come noto, dispiegano su questi temi  una discreta azione di sensibilizzazione, ma senza riuscire tuttavia a conseguire - mi sembra-  risultati apprezzabili.

 

Per altro, le tante iniziative in materia, di respiro  non soltanto parlamentare, non sembrano toccare il  punto centrale, che sta nel cuore, secondo me,  delle vicende consolari.  Ai più  infatti sembra sfuggire che i problemi con cui si confrontano i Consolati non sono di natura finanziaria o normativa, per quanto questi aspetti abbiano, certo, una indiscussa rilevanza, ma sono di natura anche e soprattutto  organizzativa.

 

Perciò, vorrei cogliere la presente occasione per segnalare un progetto, di forte impronta manageriale, su cui il Suo giornale non si è finora soffermato, se non, forse, di sfuggita. Si tratta del progetto,  noto sotto  il nome di   ''Polis'', con cui Poste Italiane  si accinge a rilasciare il passaporto, la carta di identità elettronica, il tesserino fiscale, i documenti e le registrazioni di  interesse pensionistico,  e  molti  altri servizi,  agli utenti residenti nei piccoli comuni della Penisola.

 

Il progetto in questione, finanziato con in fondi del PNRR ( a proposito, come spende il Ministero degli esteri i fondi europei?) punta a velocizzare  i servizi di interesse dei cittadini  abbattendo radicalmente i tempi di attesa. Conoscendo la qualità del management di Poste Italiane, che è, mi sembra, di tutto rispetto, si potrebbe pensare di  estendere il progetto ''Polis'' - ecco un suggerimento che mi permetto di indirizzare ai  nostri parlamentari-  anche agli uffici consolari, con cospicui benefici, è da presumere,  per i  connazionali residenti all'estero.

 

Nella mia impressione, le burocrazie ministeriali, se vogliono migliorare la qualità e la velocità del servizio, devono imparare a misurarsi  con sistemi organizzativi più scaltriti, così come accade normalmente nelle grandi aziende private, ed è perciò una illusione, almeno nel mio giudizio, confidare soltanto nell'arrivo di nuovi impiegati o nell'aumento dei capitoli di bilancio, pur, del resto, così necessari.

 

Ecco, dunque, che il progetto ''Polis'', centrato sulle specifiche esigenze degli uffici consolari, potrebbe  costituire, mi sembra, un punto di svolta, l'avvio, forse, della tanto attesa rivoluzione organizzativa.

 

In proposito, sarebbe interessante poter conoscere l'opinione del Ministero degli esteri.

 

Con molti cordiali saluti,

Gerardo Petta - Presidente Comites di Zurigo