di FILIPPO LIMONCELLI

Uno studio scientifico italiano ha finalmente fornito prove concrete degli effetti dannosi delle microplastiche sulla salute umana. Pubblicato su The New England Journal of Medicine, lo studio ha rivelato la presenza di plastiche nelle placche aterosclerotiche delle arterie, dimostrando un aumento significativo del rischio di infarto e ictus. La ricerca, condotta dall’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ in collaborazione con diverse istituzioni, ha coinvolto l’analisi di 257 pazienti over 65 che hanno subito un intervento chirurgico alle carotidi. I risultati hanno rivelato la presenza di particelle di polietilene e PVC in una percentuale significativa di casi, suggerendo una diffusa contaminazione da plastica nell’ambiente.

Lo studio

Secondo Giuseppe Paolisso, coordinatore dello studio, la presenza di queste particelle plastiche nelle placche aterosclerotiche potrebbe aumentare l’infiammazione e l’instabilità delle arterie, aumentando così il rischio di eventi cardiovascolari fatali. L’editoriale accompagnatorio della rivista ha definito la scoperta “rivoluzionaria” e ha sollevato domande urgenti sulla necessità di ridurre l’esposizione alle micro e nanoplastiche.

Per capirlo, i ricercatori hanno coinvolto 257 pazienti sottoposti a endoarteriectomia per malattia asintomatica dell’arteria carotidea (vaso che porta il sangue al cervello), una procedura nella quale sono state rimosse le placche aterosclerotiche, ossia i depositi di grasso nelle arterie, e successivamente esaminate con un microscopio elettronico per cercare la presenza di micro e nano plastiche. Dalle analisi, i ricercatori hanno osservato che più della metà dei pazienti aveva depositi di grasso contaminati con minuscole particelle di polietilene e cloruro di polivinile, Pvc, tipologie di plastica molto comuni, utilizzate per i sacchetti, contenitori per cibi e bevande. Nel dettaglio, il polietilene è stato rilevato nella placca dell’arteria carotide in 150 pazienti (il 58% circa), mentre il Pvc in 31 pazienti (12% circa).

La presenza di plastica

Philip J. Landrigan, direttore del Global Public Health Program del Boston College, ha sottolineato l’importanza di incoraggiare la riduzione dell’uso della plastica e di sostenere il Trattato Globale sulla Plastica delle Nazioni Unite. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Europea, gli adulti ingeriscono o inalano in media da 39.000 a 52.000 particelle di plastica all’anno, con gravi implicazioni sulla salute pubblica. L’aumento esponenziale della produzione di plastica negli ultimi decenni è stato identificato come una delle principali cause di questo problema. Antonio Ceriello dell’IRCSS Multimedica di Milano ha sottolineato che le particelle plastiche più piccole possono penetrare profondamente nei tessuti, mentre il Rettore dell’Università Vanvitelli, Gianfranco Nicoletti, ha evidenziato l’importanza di questo studio nel mostrare il potenziale di sviluppo dell’università nel futuro.