Emmanuel Macron (foto depositphotos)

Duro attacco di Israele contro Emmanuel Macron, tacciato di condurre "una crociata contro lo Stato ebraico" e addirittura di celebrare "la sua festa nazionale il 7 ottobre", per aver sostenuto "il dovere morale" di creare uno Stato palestinese.

Tutto questo mentre la tregua a Gaza resta ancora appesa alle "valutazioni" di Hamas alla proposta americana di accordo (un cessate il fuoco di 60 giorni in cambio di 10 ostaggi in vita e 18 corpi), che avrebbe sottoposto anche alle altre fazioni palestinesi nel tentativo di prendere ancora tempo, mentre l'ala oltranzista del governo israeliano vuole accelerare la sua capitolazione: "E' ora di entrare nella Striscia con tutta la forza necessaria. Non ci sono più scuse", ha tuonato il ministro di estrema destra Ben Gvir. Mentre il titolare della Difesa, Israel Katz, ha ammonito Hamas: "Accettate i termini dell'accordo Witkoff sugli ostaggi, oppure sarete annientati".

Dallo Studio Ovale, il presidente americano Donald Trump ha annunciato che si è "molto vicini" ad un cessate il fuoco a Gaza, precisando che si saprà "oggi o forse domani".

In visita a Singapore, il presidente francese Macron ha definito "un dovere morale" e "un'esigenza politica" il riconoscimento di uno Stato palestinese, e ha invitato i Paesi europei a "rafforzare la loro posizione collettiva" nei confronti di Israele, fino a "imporre sanzioni", se il governo non adotterà "nelle prossime ore e nei prossimi giorni" una "risposta adeguata" alla crisi umanitaria nella Striscia. Il primo a replicare è stato lo stesso Katz da un avamposto ebraico in Cisgiordania: "Costruiremo qui lo Stato ebraico", ha annunciato all'indomani del via libera a 22 nuove colonie nel territorio palestinese, ritenute illegali dalla comunità internazionale. Questo, ha spiegato, è "un messaggio chiaro a Macron e ai suoi amici: loro riconosceranno uno Stato palestinese sulla carta, noi costruiremo qui lo Stato ebraico israeliano sul campo. La carta sarà buttata nella pattumiera della storia e lo Stato di Israele prospererà e fiorirà". Poco dopo, è intervenuto anche il ministero degli Esteri, guidato da Gideon Sa'ar, che ha accusato il capo dell'Eliseo di aver intrapreso, con la sua richiesta di sanzioni, una "crociata contro lo Stato ebraico". A Gaza "non esiste alcun blocco umanitario. Questa è una palese menzogna", ha affermato il ministero in una nota, difendendo gli sforzi israeliani per consentire l'ingresso degli aiuti. "Invece di fare pressione sui terroristi jihadisti, Macron vuole ricompensarli con uno Stato palestinese. Non c'è dubbio che la sua festa nazionale sarà il 7 ottobre", è stata la stoccata velenosa.

II 18 giugno Macron copresiederà con l'Arabia Saudita una conferenza internazionale alle Nazioni Unite sulla soluzione a due Stati, dove il riconoscimento di uno Stato palestinese sarà all'ordine del giorno, sebbene con una serie di precondizioni: il rilascio degli ostaggi, la smilitarizzazione di Hamas, la sua non partecipazione al futuro governo, la riforma dell'Autorità nazionale palestinese, e il riconoscimento dello Stato di Israele e al suo diritto di vivere in sicurezza. E nonostante le pressioni di Donald Trump per riavviare gli Accordi di Abramo, anche Riad ha deciso di dare un segnale di sostegno ai palestinesi e inviare il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan questa domenica in Cisgiordania, nella prima visita di un membro del governo saudita dal 1967.

La pressione su Israele per la drammatica situazione a Gaza - che secondo l'allarme dell'Onu "è il posto più affamato al mondo" con "il 100% della popolazione a rischio fame" - sta crescendo in tutta Europa: dopo averlo escluso per settimane, il nuovo governo tedesco di Friedrich Merz sta ora valutando se autorizzare o meno il prossimo invio di armi allo Stato ebraico.

"Israele deve potersi difendere anche con sistemi d'arma tedeschi - ha spiegato alla Sueddeutsche Zeitung il ministro degli Esteri Johann Wadephul -. Ma stiamo esaminando se quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza sia compatibile con il diritto internazionale".

Wafa, 'raid Idf su Gaza, 16 persone uccise questa mattina'

Almeno 16 persone sono state uccise questa mattina in attacchi israeliani nel nord e nel sud di Gaza: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Tredici persone sono morte e altre sono rimaste ferite in bombardamenti e scontri a fuoco a Jabalia, a nord della Striscia, e a Khan Yunis e Rafah, a sud. Altri tre palestinesi sono rimasti uccisi in un bombardamento di due tende che ospitavano sfollati a ovest di Khan Yunis.