Accoltellate, strangolate, colpite con forbici o sassi.

Non si ferma la strage infinita delle donne, molte volte per mano di mariti o ex compagni. Dall'inizio dell'anno le vittime di femminicidi in Italia sono più di quindici, di cui sei solo nei primi due mesi del 2025. L'ultimo femminicidio è quello di Fernanda Di Nuzzo, la maestra d'asilo di 61 anni accoltellata dal marito Pasquale Piersanti a Grugliasco, davanti alla figlia.

In provincia di Napoli dove Martina Carbonaro è stata uccisa a soli 14 anni dall'ex fidanzato che ha poi confessato.

Tra i casi più recenti l'omicidio di Teodora Kamenova, una cittadina bulgara di 47 anni, accoltellata a morte dal compagno a Civitavecchia lo scorso 15 maggio. L'uomo, un cittadino venezuelano di 54 anni, si è poi costituito ai carabinieri che hanno trovato la vittima, in una pozza di sangue, nell'androne del palazzo in cui viveva.

Prima di lei la 74enne Lucia Chiapperini è stata uccisa dal marito con 22 colpi di forbici. E' accaduto il 18 aprile a Bitonto, in provincia di Bari. Video e audio hanno raccontano gli ultimi sette minuti di vita della donna colpita a morte nella loro abitazione. "Muori" le ha detto il marito "non meriti neppure compassione". Poi ha contattato il 112.

Solo il giorno prima Samia Rejab Kedim è stata uccisa dall'altra parte d'Italia. A 46 anni è stata accoltellata a Udine dall'ex marito, che si trovava ai domiciliari con il braccialetto elettronico. E' riuscito a raggiungerla durante un permesso e l'ha colpita, poi ha tentato il suicidio schiantandosi in auto. La coppia aveva tre figli.

Altro femminicidio consumato a Samarate, in provincia di Varese. Teresa Stabile, 55 anni, è stata accoltellata mentre saliva in auto. Il marito, dal quale si stava separando, aveva già annunciato il gesto in alcune lettere-testamento.

Il 2 aprile, invece, viene ritrovato il corpo della studentessa 22enne Ilaria Sula, nelle campagne vicino Roma. Il cadavere era in una valigia in fondo a un dirupo nei pressi di Poli. La giovane era scomparsa qualche giorno prima. Per l'omicidio è stato arrestato il suo ex. Il 31 marzo a Messina Sara Campanella, studentessa 22enne, viene uccisa in strada con una coltellata alla giugulare sferrata dal 27enne Stefano Argentino, anche lui universitario.

Mentre il 26 marzo è Spoleto il teatro dell'ennesimo femminicidio. La 36enne Laura Papadia è stata strangolata in un appartamento nel centro della cittadina dal marito. Uno dei motivi di dissidio tra i coniugi è che lei avrebbe voluto un figlio e lui no. L'uomo è stato bloccato nei pressi del ponte delle Torri di Spoleto dal quale minacciava di gettarsi nel vuoto.

Il 21 marzo a Napoli Ivan Chornenhyy ha ucciso la moglie Ruslana Chornenka, colpendola con un corpo contundente e poi si è tolto la vita impiccandosi nel bagno dell'abitazione. A trovare i corpi la figlia 17enne. La settimana precedente, Mentre il 13 marzo, Sabrina Baldini Paleni, operatrice sanitaria in una Rsa del Lodigiano, è stata strozzata in casa a Chignolo Po dal compagno.

Alessio confessa: "Martina ha rifiutato il mio abbraccio e l'ho colpita di spalle"

"Ho tentato di abbracciarla, lei ha rifiutato, era di spalle e l'ho colpita".

E' la confessione di Alessio Tucci, il 18enne di Afragola che ha ucciso la 14enne Martina Carbonaro. Oggi si è svolta l'udienza di convalida del fermo. Il legale ha chiesto il trasferimento in un altro carcere, diverso da Poggioreale, per evitare aggressioni da parte di altri detenuti. Tucci ha risposto alle domande della giudice Stefania Amodeo, che si è riservata la decisione, alla presenza del suo avvocato Mario Mangazzo. L'avvocato ha riferito che Tucci avrebbe colpito tre volte la ragazza. Quando è stata chiusa in un armadio del locale diroccato dove poi è stato successivamente trovato il cadavere, non respirava più.

Mario Mangazzo, avvocato di Alessio Tucci, riferisce ai giornalisti, all'esterno del carcere di Poggioreale quanto dichiarato dal suo assistito durante l'udienza di convalida. "Nell'interrogatorio - specifica Mangazzo - Alessio Tucci ha reso delle dichiarazioni ampiamente confessorie e ha specificato alcune circostanze soprattutto in merito alle modalità proprio dell'aggressione che è stata subita dalla povera Martina. Lui ha cercato di abbracciarla, lei ha rifiutato quell'abbraccio e in seguito a questo comportamento, purtroppo, quando lei era di spalle l'ha colpita. Una volta e poi dopo, successivamente, ha sferrato un altro paio di colpi con questa pietra. Ha specificato che poi a un certo punto Martina non era più in vita. Lui ha girato il corpo e l'ha coperta con questi arredi che erano in questa casa abbandonata. In preda ad un raptus e perché non accettava la fine del rapporto"

 

Il padre del femminicida: 'Chiedo scusa a tutti' - "Chiedo scusa a tutti, non ce lo saremmo mai aspettati, siamo distrutti. Mio figlio è un bravo ragazzo, Martina è stata come una figlia per me e mia moglie. Chiedo scusa a tutto il mondo". Nella città di Afragola ancora sotto choc per il femminicidio della 14enne Martina Carbonaro, risponde ai giornalisti Domenico Tucci, il papà di Alessio, il 19enne che ha ucciso a colpi di pietra la ex fidanzata. "Alessio - dice - voleva scoprire chi fosse il nuovo ragazzo di Martina. Non era ossessionato da Martina, era innamorato. Stavano crescendo insieme. Vedere che chattava con un altro lo ha sconvolto". I cronisti ricordano a Tucci che sua moglie aveva detto alla mamma di Martina di stare attenta alla figlia. "Sì - conferma l'uomo - mia moglie glielo ha detto perché aveva scoperto che frequentava più di un ragazzo".

Intanto i genitori di Martina rivivono come in un film all'incontrario le parole e i gesti dell'ex fidanzato reo confesso. "Lui - dice Marcello Carbonaro, il papà - ci ha aiutato con le ricerche. Io avevo l'assassino di mia figlia in macchina e non lo sapevo. Quando l'ho chiamato mi ha detto 'ha fatto la sua strada e io la mia'. Alessio mi ha detto che stava andando a fare la doccia, si è buttato la zappa sui piedi: dopo l'omicidio, lui è tornato a casa, si è andato a fare la doccia, ha mangiato ed è uscito". Non si dà pace neanche la mamma di Martina, Enza Cossentino, che ieri ha chiesto l'ergastolo per Tucci aggiungendo "chi le ha fatto del male pagherà". "Si è fatto una doccia, cioè si è tolto i panni sporchi del delitto e non si sa dove siano andati a finire", riflette ora. "Alessio veniva a fare le ricerche con noi e ora sto metabolizzando che l'arresto è avvenuto a casa mia. Ora che non ho più mia figlia, non so chi mi stia dando  questa forza, forse i miei angeli: mia madre, mio padre e mia figlia", aggiunge.

Ora che Martina non c'è più i dettagli prendono altre forme. Scavando a ritroso, a Enza viene un sospetto: "Tre settimane fa ho saputo che Alessio diede uno schiaffo a mia figlia, io avevo una cena a casa e non abbiamo potuto parlare, poi in camera mia figlia ha detto di aver sopportato tanto, pure uno schiaffo, e di aver sbagliato ad accettare queste cose. Mia figlia mi ha sempre parlato bene del fidanzato, ma oggi ho il dubbio che sia successo di più e che lei abbia taciuto". E le ritorna alla mente anche un colloquio avuto con la mamma di Alessio. "Mia figlia tramite social ha conosciuto un ragazzo con cui si sfogava, Alessio pensava l'avesse tradita. E sua mamma, non mi ha minacciato, ma mi ha detto 'stai attenta ai social, qualcuno può violentare e uccidere'.

Ora come ora posso dire che dovevo stare attenta al figlio. Non so se era un avvertimento, che lei forse aveva capito qualcosa e non me l'ha voluto dire". Sul fronte dell'indagine si terrà domani, nel carcere di Poggioreale di Napoli, l'udienza di convalida del fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere notificato ieri a Tucci (difeso dall' avvocato Mario Mangazzo), reo confesso dell' omicidio della ex fidanzata Martina (i cui genitori sono difesi dall' avvocato Sergio Pisani). La Procura di Napoli Nord, inoltre, ha fissato per il prossimo 3 giugno il conferimento dell'incarico al perito per l'autopsia che dovrebbe tenersi lo stesso giorno.