di SILVIA DI PASQUALE

Hanno un’età compresa tra gli 11 e i 13 anni i bambini che erano a bordo dell’auto rubata che ha investito e ucciso lo scorso lunedì una donna di 71 anni, Cecilia De Astis, nel quartiere di Gratosoglio, a sud della città di Milano. Due di loro sono fratelli, la più giovane è una bambina, mentre al volante dell’auto ci sarebbe stato il 13enne. I quattro ragazzini sono stati individuati grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza, che hanno mostrano quattro persone molto giovani scendere dall’auto subito dopo e fuggire. Sono stati rintracciati successivamente in un campo rom dagli agenti della Polizia locale.

Cosa succede adesso per i quattro ragazzi

Gli adolescenti che viaggiavano sull’auto non sono imputabili: la legge prevede che la capacità di intendere e volere, necessaria per essere imputabili, si presuma a partire dai 14 anni. L’articolo 97 del Codice penale stabilisce che “il minore degli anni quattordici non è imputabile”, ovvero non può essere chiamato a rispondere penalmente delle proprie azioni. I quattro responsabili non potranno quindi affrontare un processo penale. Per loro, la Procura per i minorenni potrà valutare solo misure di protezione e assistenza, come l’affidamento ai servizi sociali o degli interventi di collocamento in comunità o percorsi educativi specifici. Resta tuttavia aperta la possibilità che vengano chiamati in causa i loro genitori o chi ne esercita la responsabilità. Altro discorso per il reato dal punto di vista civile: è possibile chiedere un risarcimento danni per l’illecito commesso da un minore, provando un nesso di responsabilità e mancata vigilanza verso l’adulto che ne ha la responsabilità.