di MARCELLA PIRETTI
ROMA – Gli Stati Uniti d’America sono uno dei paesi in cui la pena di morte è ancora in vigore. Sono l’unico paese dell’Occidente che hanno mantenuto (non tutti gli Stati a dir la verità) in funzione quella che in Italia e in Europa viene considerata una misura abnorme, un retaggio di secoli bui e un controsenso rispetto al fine rieducativo della pena. Porta la data del 2007 la risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu sulla moratoria universale della pena di morte, che gli Stati Uniti non hanno mai riconosciuto. Anche nel mondo, in generale, si ricorre (fortunatamente) sempre meno alla pena di morte negli ultimi anni. La stessa America l’ha utilizzata molto meno che in passato, ma sta di fatto che la pena capitale rimane una realtà. Nel 2024 ci sono state 25 esecuzioni e nel 2023 erano state 24. Nella maggior parte dei casi viene utilizzata l’iniezione letale, ma in passato è stata ampiamente utilizzata anche la sedia elettrica, che era il metodo più utilizzato fino al 2000, e come terzo metodo la camera a gas. In alcuni stati sono previste anche la fucilazione e l’impiccagione. Sebbene il ricorso alla pena di morte sia in calo negli Usa, in alcuni Stati la misura è tornata ad essere eseguita proprio di recente (come in Georgia, Indiana, Carolina del Sud). Il dibattito pubblico sull’argomento resta molto vivo ed è molto acceso.
Oggi il presidente della Repubblica Donald Trump, comunicando la notizia dell’arresto di Tyler Robinson, il killer di Charlie Kirk (freddato due giorni fa con un colpo di fucile mentre parlava ad un comizio alla Utah Valley University), ha invocato per lui la pena di morte: “Spero che gli diano la pena di morte”, ha detto il Presidente Usa. È possibile? Di fatto, l’omicidio di Kirk è avvenuto nello Utah, che è uno stato dove la pena capitale è ancora applicata. Ma visto il peso della persona uccisa e le implicazioni politiche del caso, la vicenda giudiziaria potrebbe avere un decorso federale e non statale, e la pena di morte invocata da Trump potrebbe essere quella della giustizia federale (possibile tra gli altri casi quando a essere uccisa è una personalità pubblica).
QUALI SONO GLI STATI D’AMERICA IN CUI È ANCORA IN VIGORE
Dei 50 Stati federali, 23 hanno votato per abolire formalmente la pena di morte. Gli altri Stati l’hanno mantenuta. Ce ne sono però alcuni, tra questi, che hanno aderito ad una moratoria temporanea che sospende ogni esecuzione.
La pena di morte è ancora applicata in Alabama, Arkansas, Carolina del Sud, Dakota del Sud, Florida, Georgia, Idaho, Indiana, Mississipi, Missouri, Nebraska, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah. Il Texas è uno degli stati più attivi insieme alla Florida.
In alcuni stati (come la California, il Colorado il Delaware, la Pennsylvanya e l’Oregon) la pena di morte è formalmente ancora in vigore ma non viene applicata da anni.
Nello Utah, oltre all’iniezione letale, è previsto anche il metodo della fucilazione.
CHE REATI SONO PUNITI CON LA PENA DI MORTE
I reati puniti con la pena di morte sono alto tradimento, omicidio (a cui possono sommarsi un determinato numero di aggravanti a seconda dello stato in cui vien commesso), spionaggio, omicidio di agenti federali, poliziotti, militari, pompieri: favoreggiamento del terrorismo.