(da Instagram)

Il turismo, assieme con lo sport, potrebbe essere uno dei ponti di pace perché fa conoscere le persone, unisce le distanze, appiana le diversità.

Per questo fa rumore la decisione del TTG Travel Experience, una delle più grandi fiere di turismo d'Italia e del mondo in programma a Rimini dall'8 a il 10 ottobre, che oggi ha annunciato l'esclusione dello stand dell'ente del turismo di Israele "per il venir meno delle condizioni per una loro partecipazione".

Decisione contestata in serata dall'Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, che "prende atto con dolore di questa decisione, che riteniamo un atto errato e destinato ad acuire la spaccatura nei rapporti tra i popoli", e soprattutto dall'ambasciatore di Israele Jonathan Peled. "La decisione di estromettere l'ente del Turismo israeliano dalla fiera TTG di Rimini - scrive Peled sui social - rappresenta l'ennesima intromissione da parte dell'ideologia politica che sfrutta ogni occasione per utilizzare a fini di propaganda elettorale l'attacco contro Israele, non curante dei gravi effetti che tali decisioni hanno nelle relazioni culturali, religiose e di business tra l'Italia e il nostro Paese". Tutto parte in mattinata dalla lettera, firmata dal sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e dal presidente dell'Emilia Romagna Michele de Pascale in cui si chiedeva al presidente dell'Italian Exhibition Group Maurizio Ermeti "di ripensare alla presenza dello stand di Israele al prossimo Ttg Travel Experience" perché "inopportuna". "Non crediamo davvero che oggi sia eticamente e moralmente accettabile proporre come destinazioni di vacanza luoghi di guerra, terrore e morte", spiega il primo cittadino in un post sui social. Riguardo agli accordi commerciali relativi alla manifestazione, non si può poi "non tenere conto delle giuste parole di condanna delle violenze perpetrate dal governo Netanyahu, pronunciate anche dal Governo italiano e della Commissione europea che ha recentemente preannunciato misure sanzionatorie comunitarie" aggiunge. Dopo poco arriva la presa di posizione di Italian Exhibition Group, la società che gestisce la Fiera di Rimini e che organizza anche il salone dedicato al turismo. "Una decisione - si legge in una nota del gruppo nato dalla fusione delle fiere di Rimini e Vicenza - arrivata a seguito delle notizie di stampa di oggi e alla luce delle posizioni del comune di Rimini, città dove si svolge la manifestazione e della regione Emilia Romagna". "Le nostre amministrazioni - commenta la segretaria del Pd Elly Schlein, che era proprio in Emilia Romagna per il presidio per Yoox all'Interporto di Bologna - stanno facendo quello che il governo ancora non sta facendo, stanno prendendo una posizione chiara per le sanzioni per fermare Netanyahu e i suoi crimini a Gaza come in Cisgiordania. Comune di Ravenna , Provincia e Regione - ha detto - hanno bloccato un carico di esplosivi che attraverso il porto di Ravenna stava per essere portato in Israele. Il Comune di Rimini sta contestando la presenza del governo israeliano alla fiera. Hanno il nostro sostegno". Sorpresa e in totale disaccordo la ministra del Turismo Daniela Santanchè: "Apprendiamo con stupore la decisione dell'Italian Exhibition Group che asseconda le richieste del Pd di escludere da TTG di Rimini lo stand di Israele. Stupore sia perché il turismo è, e dev'essere, un ponte di pace, un'opportunità di conoscersi abbattendo barriere e pregiudizi. Sia perché l'Italia non ha mai discriminato nessuno, avendo da sempre fatto dell'ospitalità una delle sue prerogative. Prerogative che l'hanno fatta amare in tutto il mondo, senza distinzioni di bandiera. Il turismo non va strumentalizzato e utilizzato per inasprire gli animi ma deve essere strumento di dialogo". Restano invitati i referenti dello stand della Palestina, anche se "da giorni drammaticamente non rispondono più ai solleciti della Fiera per confermare la propria presenza al Ttg", riferisce ancora il sindaco Sadegholvaad.