Il Nicaragua ha ulteriormente ampliato la presenza di aziende cinesi nell'industria mineraria del Paese con una nuova concessione a cielo aperto all'impresa Zhong Fu Development, questa volta di 9.300 ettari, nella Regione autonoma della costa caraibica meridionale.
Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (La Gaceta), consolida l'espansione del capitale straniero nello sfruttamento di minerali in aree ad alta biodiversità.
Solo negli ultimi due anni, il governo dei co-presidenti sandinisti Daniel Ortega e Rosario Murillo ha offerto a holding cinesi una superficie di quasi 600 mila ettari.
Tra queste aree figura la Riserva della biosfera del fiume San Juan, dichiarata di importanza mondiale per la sua diversità ambientale e culturale.
La Fondazione Río, guidata dall'ambientalista in esilio Amaru Ruiz, ha descritto la politica di cessione di terreni a società straniere come una violazione della Legge sul regime di proprietà comunitaria indigena. Le organizzazioni di opposizione in esilio, raggruppate sotto la Piattaforma per l'unità per la democrazia, descrivono a loro volta l'espansione dell'attività mineraria sostenuta da Pechino come un "ecocidio" e denunciano l'appropriazione di risorse a scapito dei diritti indigeni.