di AMEDEO VINCIGUERRA
manifestanti coinvolti negli scontri a Bologna “sono professionisti del disordine che strumentalizzano tutti i temi più divisivi del dibattito pubblico per creare azioni violente: Tav, ponte di Messina, Medio Oriente, non importa la tematica ma l’opportunità per fare danni. Nell’occasione c’era anche una componente di antisemitismo”. Lo afferma il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’intervista al Corriere della Sera.
Sottolineando che “per questo dico che al Viminale e agli uomini e alle donne in divisa che a Bologna hanno garantito l’ordine pubblico non deve essere mandata una fattura dei danni ma la gratitudine per la professionalità e l’equilibrio con cui, come sempre, è stata gestita la situazione, in condizioni così difficili”.
“Quella del sindaco Lepore una battuta infelice”
Quella del sindaco Lepore “spero sia stata soltanto una battuta, per quanto infelice. I danni – sottolinea Piantedosi – vanno chiesti a chi li causa, non a chi lavora per limitarli. In piazza, a Bologna, c’erano da una parte dei criminali che hanno aggredito e devastato e dall’altra i poliziotti che hanno fronteggiato gli attacchi. Occorre evitare di dare l’idea che si cerchi di assolvere i delinquenti, colpevolizzando chi li contrasta”.
Commentando la richiesta de sindaco di non far giocare la partita della Virtus contro il Maccabi, afferma: “Nonostante il rischio sempre insito in queste circostanze, la risposta non poteva essere quella di subire la prevaricazione. Le proposte venute dal Comune si limitavano a trasferire altrove il problema, peraltro senza porsi la domanda di cosa ne avrebbero pensato i sindaci dove si chiedeva venisse trasferita la manifestazione. L’unico problema sembrava essere non far giocare la squadra israeliana. Non voglio credere – dice – che ci fossero condizionamenti ideologici che, sostanzialmente, sarebbero coincisi con quelli dei movimenti violenti che abbiamo visto in scena”.















