di Barbara Laurenzi

Il diritto naturale degli uomini all'emigrazione. E a condizioni di vita dignitose nel Paese di arrivo. Credeva fermamente in questi valori Giovanni Battista Scalabrini, il 'prete dei migranti' noto nel mondo per aver fondato le congregazioni dei missionari 'scalabriniani' e aver dato voce, per primo, ai drammi ma soprattutto ai diritti di chi è costretto a lasciare la propria terra.

Da domenica la comunità dei migranti avrà un santo in più al quale rivolgere le proprie preghiere. La mattina del prossimo 9 ottobre, infatti, Papa Francesco proclamerà santo Giovanni Battista Scalabrini nel corso della solenne celebrazione eucaristica del mattino. Una data non casuale, perché giunge esattamente 117 anni dopo l'azione forse più visionaria del vescovo. L'invio a papa Pio X del suo straordinario 'Memoriale per la costituzione di una commissione pontificia Pro emigratis catholicis' con il racconto dei suoi viaggi tra gli italiani nel mondo.

Nato in provincia di Como, di umili origini, entrò in seminario appena diciottenne dimostrandosi subito attento a tutte le problematiche sociali. A soli 36 anni Papa Pio IX lo elesse Vescovo di Piacenza. Profondamente colpito dal dramma dei suoi fedeli costretti a trovare fortuna in Sud America e negli Stati Uniti, il 28 novembre 1887 fondò la Congregazione dei Missionari di San Carlo Borromeo per l'assistenza spirituale e materiale dei migranti. Due anni dopo, istituì l'Associazione laicale San Raffaele e nel 1895 affiancò ai Missionari le Suore Missionarie di San Carlo Borromeo. Nel 1901 viaggiò negli Stati Uniti e nel 1904 in Brasile per visitare le missioni dei suoi fratelli scalabriniani. Morì proprio poco tempo dopo aver inviato il suo 'Memoriale' al Pontefice. 

Bloccando l'emigrazione "si viola un sacro diritto umano", scriveva, poiché "i diritti dell'uomo sono inalienabili e quindi l'uomo può andare a cercare il suo benessere ove più gli talenti". Da questi suoi scritti, si evince come sia stato forse il primo ad avere un approccio globale al fenomeno migratorio. La sua visione delle migrazioni, capace di riconoscere insieme ai problemi anche le opportunità, è ancora oggi molto attuale.

Scalabrini non parlava solo 'dei' migranti ma 'ai' migranti. E il suo insegnamento cammina sulle gambe dei suoi missionari. Oggi sono oltre un migliaio gli scalabriniani che prestano servizio in trentatré Paesi del mondo. Seguendo le sue orme, la Congregazione degli scalabriniani ha aperto parrocchie, ospedali, ambulatori, centri studi e di formazione, case e centri per migranti, centri Stella Maris per i lavoratori del mare e si è messa a servizio degli organismi delle Chiese locali che lavorano con i rifugiati. 

Il Vescovo di Piacenza raccontava drammi e sentimenti di chi aveva "il sogno di cercare fortuna". "Sulle loro facce abbronzate dal sole, solcate dalle rughe precoci che suole imprimervi la privazione, traspariva il tumulto degli affetti che agitavano in quel momento il loro cuore. Aspettavano con trepidazione che la vaporiera li portasse sulle sponde del Mediterraneo o di là nelle lontane Americhe". Storie ancora attuali. Che potrebbero essere raccontate anche oggi, da altre voci. Su altri confini. Ma con lo stesso patimento.

Scalabrini però non si spingeva solo a difendere il diritto alla migrazione. Ancora nei suoi scritti, anticipò il concetto di integrazione, arrivando ad affermare che "l'emigrazione, forza centrifuga, può diventare, quando sia ben diretta, una forza centripeta potentissima" capace di "immenso profitto".

 "La proclamazione a Santo di Scalabrini - spiega padre Leonir Chiarello, Superiore Generale dei Missionari di San Carlo Borromeo Scalabriniani - è un invito alla società e alla comunità internazionale a ricordare la corresponsabilità che abbiamo nell'accoglienza e nella protezione delle persone migranti e rifugiate, oltre all'impegno di promuovere il diritto allo sviluppo e alla pace per evitare le migrazioni forzate. Noi missionari abbiamo questa visione olistica dell'immigrazione che contempla la dimensione economica, sociale, politica, culturale e religiosa". 

Particolarmente attente alle donne e ai bambini rifugiati le Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane, che hanno creato un progetto specifico nei luoghi di frontiera, il "Servizio Itinerante", attraverso il quale la Congregazione offre il suo contributo a sostegno di migranti e rifugiati in situazioni di emergenza e vulnerabilità, tutelando sul rispetto della dignità e l'attenzione ai bisogni primari. "Le risposte che Scalabrini ha dato al fenomeno dell'immigrazione hanno anticipato i tempi moderni" spiega Suor Neusa de Fatima Mariano, superiora delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane.

Domenica un Papa, figlio di migranti italiani, proclamerà quindi santo un prete dei migranti, amato e conosciuto dalle nostre comunità nel mondo. Coincidenze della storia. O risarcimenti del destino. 

Barbara Laurenzi