Mario Draghi (foto depositphotos)

I finanziamenti pubblici sono “una condizione necessaria, ma non sufficiente per il rilancio del Sud”. Arriva da Napoli il monito del Premier Mario Draghi in merito ai progetti del Pnrr, tra cui rientra il “Patto per Napoli” siglato ieri alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, del sindaco Gaetano Manfredi, del Presidente del Consiglio Comunale Enza Amato. Sulla ripartizione dei fondi del Recovery Plan il premier ha detto: “Il Pnrr destina almeno 40% di risorse al Sud. L’obiettivo è colmare i divari territoriali ormai insopportabili”.

“Il reddito pro capite del Mezzogiorno – ha spiegato – è poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio. Per far ripartire il processo di convergenza, fermo da quasi 50 anni, dobbiamo superare quegli ostacoli, finanziari, istituzionali, culturali, che hanno frenato Napoli e il Sud in questi decenni”. Il primo ministro ha poi parlato dei primi progetti per il Meridione: “Destiniamo 241 milioni di euro al Porto di Napoli di cui 130 al prolungamento e al rafforzamento della diga Duca d’Aosta. Completiamo le tratte ferroviarie ad alta velocità Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria. Riduciamo di 80 minuti il tempo di percorrenza tra Salerno e Reggio Calabria e di un’ora e mezza la tratta da Napoli a Bari”. Saranno poi “136 i milioni nella Zona Economica Speciale della Campania per migliorare l’efficienza di porti e aree industriali. Investiamo sul trasporto pubblico locale, per ridurre il traffico e migliorare la qualità dell’aria”.

E ancora: “A Napoli, investiamo sulla metropolitana, sulla rete tranviaria, sugli autobus”. Draghi si è poi soffermato su un altro tema, sempre legato al Sud: “Dobbiamo saper investire su chi è stato lasciato ai margini della vita economica. Mi riferisco in particolare alle donne e ai giovani, le cui difficoltà a trovare un lavoro ben pagato sono allo stesso tempo una causa e una conseguenza dei ritardi di crescita del Mezzogiorno. Nel 2020, il tasso di occupazione delle donne in età lavorativa era di appena 35,1% al Sud, a fronte del 62% nel Centro-Nord. Nel Mezzogiorno, il tasso di disoccupazione giovanile era del 35%, al Nord del 15%. L'assenza di opportunità ha portato a un'emigrazione massiccia: si stima che, tra il 2002 e il 2020, oltre un milione di persone abbia lasciato il Sud, di cui circa il 30% laureate”.