di ROMANA CORDOVA
Cancro allo stomaco spesso si sottovaluta il primo sintomo in realtà è quello più importante. Ecco come riconoscerlo.
Il cancro allo stomaco continua a rappresentare una delle sfide più impegnative per la medicina oncologica, soprattutto per la sua diagnosi spesso tardiva dovuta all’aspecificità dei sintomi iniziali. In Italia, secondo gli ultimi dati aggiornati al 2023, si registrano ogni anno circa 14.700 nuovi casi di tumore gastrico, con una incidenza in diminuzione grazie ai progressi nella diagnosi precoce e nella prevenzione, in particolare per la riduzione dell’infezione da Helicobacter pylori e del fumo di sigaretta.
Il primo sintomo spesso sottovalutato: il bruciore di stomaco
Uno degli aspetti più critici nella gestione del tumore gastrico è il riconoscimento tempestivo dei primi sintomi, tra i quali spicca il bruciore di stomaco. Questo disturbo, comunemente considerato innocuo e associato a condizioni meno gravi come la gastrite o l’ulcera, può invece rappresentare il campanello d’allarme di una neoplasia gastrica. Il bruciore persistente, specie se accompagnato da difficoltà digestive, nausea o senso di sazietà precoce, deve indurre a un approfondimento diagnostico tempestivo.
Secondo le linee guida più recenti, l’attenzione va posta soprattutto quando il bruciore aumenta di frequenza e intensità, influenzando anche la qualità del sonno. In questi casi, è consigliabile sottoporsi a una gastroscopia che consente di visualizzare direttamente la mucosa gastrica e di effettuare eventuali biopsie per confermare o escludere la presenza di un tumore.
L’andamento clinico del tumore gastrico si caratterizza, con il progredire della malattia, per sintomi più marcati come vomito, dolore gastrico intenso, dimagrimento ingiustificato e stanchezza cronica. Tuttavia, tali segnali possono essere facilmente confusi con quelli di patologie benigne come l’ulcera gastrica, rendendo indispensabile una diagnosi differenziale accurata.
La gastroscopia, associata all’esame istologico delle biopsie, rappresenta il gold standard diagnostico per distinguere tra lesioni benigne e neoplastiche. Solo grazie a questo esame è possibile pianificare un percorso terapeutico mirato e tempestivo, aumentando le possibilità di guarigione.
La prevenzione primaria del tumore allo stomaco si fonda su uno stile di vita sano e una dieta equilibrata. È ormai consolidato che un consumo elevato di cibi grassi, conservati sotto sale, sott’olio o affumicati, incrementa il rischio di sviluppare la neoplasia. Allo stesso modo, il fumo di sigaretta e l’uso eccessivo di alcol sono fattori di rischio modificabili di primaria importanza, associati a un aumento significativo della probabilità di insorgenza della malattia.
Particolare rilievo assume il ruolo dell’Helicobacter pylori, un batterio responsabile di infiammazioni croniche della mucosa gastrica e ulcere, che può predisporre all’insorgenza del tumore. L’eradicazione antibiotica mirata è efficace nel ridurre questo rischio, sottolineando l’importanza di una diagnosi tempestiva di infezione.
Altre raccomandazioni includono il mantenimento di un peso corporeo nella norma e una regolare attività fisica, oltre all’adozione di un’alimentazione ricca di frutta e verdura e povera di sale e carni conservate, conforme ai principi della dieta mediterranea, riconosciuta per il suo effetto protettivo.
Approfondimenti sulla diagnosi e trattamento del tumore gastrico
Il tumore allo stomaco, per circa il 90-95% rappresentato dall’adenocarcinoma gastrico, si origina principalmente dal rivestimento interno, la mucosa. Può essere classificato in base alla localizzazione (prossimale o distale) e alle caratteristiche istologiche (tipo intestinale o diffuso). Il tumore precoce, o early gastric cancer, presenta un’alta probabilità di guarigione con una sopravvivenza a cinque anni intorno al 90%.
La diagnosi si basa sulla gastroscopia con biopsia, seguita da esami per la stadiazione come la tomografia computerizzata e l’ecografia endoscopica. Questa valutazione è essenziale per definire il trattamento più adeguato, che può includere la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia.
La chirurgia costituisce il trattamento di prima scelta nelle fasi iniziali, con la possibilità di effettuare una gastrectomia parziale o totale, accompagnata dall’asportazione dei linfonodi loco-regionali. Nei casi più avanzati si ricorre a terapie multimodali per migliorare la prognosi.















