
di EMANUELE NUCCITELLI
ROMA – “Nuovi ‘dottor Stranamore’ si affacciano all’orizzonte, con la pretesa che si debba ‘amare la bomba’”. Lo ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, parlando al Bundestag tedesco. “Si odono dichiarazioni di altri Paesi su possibili ripensamenti del rifiuto dell’arma nucleare. Emerge, allora, il timore che ci si addentri in percorsi ad alto rischio, di avviarsi ad aprire una sorta di nuovo vaso di Pandora. Tutto questo viene agevolato dal diffondersi, sul piano internazionale, di un linguaggio perentorio, duramente assertivo, che rivendica supremazia”.
MATTARELLA: ATOMICA PUÒ CANCELLARE INNOCENZA DEL MONDO
“Con l’era atomica, un solo gesto può cancellare una città e l’innocenza stessa del mondo. A tutto questo Theodor Heuss – primo Presidente della Repubblica Federale Tedesca – contrappose il suo ‘Mut zur Liebe’, il coraggio di amare’ e il progetto di una ‘democrazia vivente’, ammonendo che: ‘Non vi e’ liberta’ senza umanita’, e non vi e’ pace senza memoria’”, ha detto il Capo dello Stato.
MATTARELLA: SOGNO UE NON VENGA LACERATO DA EPIGONI DI TEMPI BUI
Mattarella sottolinea che “i Paesi europei hanno dimostrato di avere coraggio. I leader europei hanno dimostrato di avere coraggio. Non lasciamo che, oggi, il sogno europeo – la nostra Unione – venga lacerato da epigoni di tempi bui. Di tempi che hanno lasciato dolore, miseria, desolazione. Questo dovere ci compete. A ogni generazione il suo compito”.
MATTARELLA: A GAZA E KIEV ACCRESCIMENTO DI CRUDELTÀ
“Da sempre la guerra ambisce a proiettare la sua ombra cupa sull’umanita’. Il Novecento, con lo sviluppo della industrializzazione della morte, ha trasformato la tragedia dei soldati in tragedia dei popoli. Nei borghi d’Europa e nelle citta’ distrutte dai bombardamenti, nelle campagne devastate, milioni di civili divennero bersagli. Deportazioni, genocidi, hanno caratterizzato la Seconda guerra mondiale. Da allora, il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell’anziano senza difesa. E’ quanto accade, oggi, a Kiev, a Gaza. La guerra totale esige non la sconfitta, la resa del nemico, ma il suo annientamento. Un accrescimento di crudeltà”. Lo ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, parlando al Bundestag tedesco.
MATTARELLA: GUERRA DI AGGRESSIONE È CRIMINE, VA RIBADITO CON RISOLUTEZZA
“Va ribadito con risolutezza: la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo di una nazione non si traduce nel produrre ingiustizia. La guerra di aggressione è un crimine”.
MATTARELLA: RIFUGIATI SONO 122 MILIONI, NON SI TRATTA DI STATISTICHE
“Il numero di persone costrette ad abbandonare le proprie case, la propria terra, non ha precedenti. Secondo il rapporto reso noto ad aprile dall’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, questi erano 122 milioni, in aumento di anno in anno. Anche qui non si tratta di statistiche. Sono volti, persone in cammino, famiglie cancellate, alle quali viene sottratto il futuro che preparavano”.
MATTARELLA: SE VUOI LA PACE DEVI COSTRUIRLA E PRESERVARLA
“In questi decenni nella comunita’ internazionale tanti attori – e tra essi l’Unione Europea – con ostinazione e non senza fatica, hanno perseguito la pace, che si nutre del rispetto dei diritti umani fondamentali. Perche’, se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla”.
MATTARELLA: NIENTE PUÒ GIUSTIFICARE BOMBARDAMENTI AREE ABITATE E USO CINICO FAME
“Il Diritto internazionale umanitario, argine alla disumanità della guerra, è messo in discussione dai fatti. Ma nessuna ‘circostanza eccezionale’ puo’ giustificare l’ingiustificabile: i bombardamenti nelle aree abitate, l’uso cinico della fame contro le popolazioni, la violenza sessuale. La caduta della distinzione tra civili e combattenti colpisce al cuore lo stesso principio di umanità. È l’applicazione sistematica della ignobile pratica della rappresaglia contro gli innocenti. Colpisce l’ordine internazionale, basato sul principio del rispetto tra i popoli e del riconoscimento dell’orrore della guerra, oggi aggravata dal continuo irrompere di nuove armi”.














