ll nostro paese continua a cambiare e pare che la pandemia abbia accelerato un fenomeno che andava avanti da decenni. L'Italia è diventato un paese spaccato, con il Sud martoriato da un'emigrazione cronica che, dopo lunghi periodi di smaltimento di laureati, pare ora che giá si sia spalancata la porta di tutti i giovani, anche quelli impreparati. Cresce pericolosamente il divario fra Nord e Sud Italia, ma cresce anche quello fra il nord e il sud d'Europa e questo è un problema molto piú serio. 

Soltanto la Grecia ci supera e il nostro paese non ha recuperato i livelli pre-crisi secondo un rapporto della SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo Industriale del Mezzogiorno), che segna un crescente abbandono delle nuove generazioni dal Sud. La vera emergenza nazionale, oggi, è una fortissima ripresa dei flussi emigratori. Non possiamo dimenticare che anche i numeri-macro sono durissimi. La proiezione del PIL per il Mezzogiorno continua a calare, dopo l'ultima caduta dello 03% del 2019. Tutto questo, secondo gli economisti, porta il sud in chiara recessione, mentre il Nord del post-pandemia, giá si vede molto piú attivo e in pieno recupero. Tutto questo sta alimentando un'enorme preoccupazione anche per il duro impatto sulla dinamica dell'occupazione negativa al sud, che non può che peggiorare.  

I veri numeri fanno un po' paura, dato che le persone emigrate dal Mezzogiorno sono state oltre 2 milioni nel periodo compreso tra il 2002 e il 2017 e sono in franco aumento. Di questi 132.187 soltanto nel 2017. Di queste 66.557 sono giovani, oltre la metá e di questo 50,4%, il 33,0% sono laureati. Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, è negativo per 852,000 unità. Nel 2017 sono spariti dal sud 132mila meridionali, con un saldo negativo 70.000. 

La ripresa dei flussi migratori é la vera minaccia ed emergenza meridionale, che, di recente si è allargata a tutto il Paese. Sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all'estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali.

Secondo i dati forniti dalla Svimez, i cittadini stranieri iscritti per residenza nel sud d'Italia che provengono dall'estero sono stati 64.952 nel 2015, 64.091 nel 2016 e 75.305 nel 2017. 

Invece i cittadini italiani cancellati dal Sud per radicarsi nel Centro-Nord sono stati 124.254 nel 2015, 131.430 nel 2016, 132.187 nel 201

Sul rapporto Svimez si legge: "Sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all'estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali, Questi numeri dimostrano che l'emergenza emigrazione del Sud determina una perdita di popolazione giovanile e qualificata, solo parzialmente compensata da flussi di immigrati, modesti nel numero e caratterizzati da competenze insufficienti". 

Questi dati determinano una prospettiva demografica per il Mezzogiorno italiano estremamente preoccupante. Ne sono testimonianza centinaia di piani di regioni del Sud per ripopolare paesi ormai vuoti, vendendo case a un Euro, con incentivi fiscali e mirati, soprattutto, all'immigrazione dal resto del mondo verso l'Italia.

La differenza occupazionale del Sud rispetto al Centro-Nord, nell'anno 2018 è stato di quasi 3 milioni di persone e la dinamica occupazionale al Sud, presenta, dalla metà del 2018, un' inversione di tendenza molto marcata. Pensate che gli occupati nel Mezzogiorno, negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019 giá erano calati di 107 mila unità . Intanto, nel Centro-Nord, nello stesso periodo, sono cresciuti di 48 mila unità  

I segnali di rallentamento che sono apparsi in tutta Europa nella prima metà del 2018 hanno provocato una forte riduzione delle prospettive di crescita di tutta l'area. Comunque, l'Italia, ha subito un ulteriore rallentamento molto superiore alla media europea. 

In parole povere, "Se l'Italia rallenta, il Sud subisce una brusca frenata. Si sta consolidando il "doppio divario": dell'Italia rispetto all'Unione Europea e del Sud rispetto al Centro-Nord".

STEFANO CASINI