L'ultimo turno di coppe europee è stato particolarmente favorevole alle squadre italiane. Due vittorie colte dalle formazioni romane, con la Lazio già qualificata per la fase a eliminazione diretta dell'Europa League, tre pareggi comunque positivi per la classifica, quelli raggiunti da Napoli, Inter e Milan, una sola sconfitta, quella sorprendente della Juventus contro il Manchester United. Della partita vinta dagli inglesi si sta però soprattutto parlando per la mano portata all'orecchio da Mourinho al 90mo in risposta ai tanti insulti ricevuti nel corso della gara dal pubblico juventino che lo aveva in verità già bersagliato nella partita d'andata.

Il dibattito, come sempre quando c'è di mezzo lo Special One è di quelli roventi. Da un lato chi sostiene che un professionista ha tra i suoi doveri anche quello di subire insulti e fichi senza rispondere con atteggiamenti provocatori. Dall'altra quelli che ricordano come lo stadio della Juve sia stato spesso in passato teatro di episodi di maleducazione reiterata, che hanno fatto sbottare anche altri allenatori. Lo scorso anno fu Sarri a ribellarsi, mostrando il dito medio di fronte alle offese razziste verso Napoli e i napoletani. Lo stesso fece Mihajlovic apostrofato a lungo con l'epiteto "zingaro di merda". In questa stagione prima di Mourinho anche Carlo Ancelotti si era lamentato dell' accoglienza riservatagli dallo Stadium. Il buon Carletto ha scelto però il registro dell'ironia, probabilmente l' antidoto migliore contro la stupidità e la maleducazione. Intendiamoci, lo stadio non è un teatro e cori e sfottò sono sicuramente accettabili. Il problema è la misura e la virulenza di certi comportamenti che troppo spesso in Italia, non solo a Torino, vanno oltre il limite del tollerabile, creando situazioni imbarazzanti cui allenatori di grande personalità reagiscono, ognuno secondo il proprio stile.

Venendo al calcio giocato la giornata post coppe è sempre particolarmente delicata per le grandi, chiamate peraltro in questo turno a impegni decisamente insidiosi. Comincerà stasera il Napoli che affronterà a Marassi un Genoa in evidente crisi di gioco e di risultati. Il cambio tra Ballardini e Juric sembra non aver funzionato e soprattutto Piatek, capocannoniere del campionato ha smesso di segnare. Da vecchio bucaniere delle panchine Carlo Ancelotti ha però già messo in guardia i suoi, fiutando il pericolo di una sfida in cui il Grifone si giocherà molto, Juric addirittura la panchina e il Napoli dovrà dimenticare in fretta la Champions mettendo in campo a Marassi la stessa determinazione mostrata contro il PSG se non vorrà avere brutte sorprese.

Identico discorso deve farsi per l'Inter che domenica nel lunch match delle 12,30 sfiderà a Bergamo un'Atalanta molto cresciuta nelle ultime settimane. Gasperini ogni volta che incontra l'Inter pagherebbe di tasca propria per dare un dispiacere all'unica big che lo ha sedotto e abbandonato facendogli fallire forse la più grande occasione della carriera. Spalletti però sembra aver trovato la quadra, anche se contro il Barcellona il pareggio firmato dal solito Icardi sta piuttosto largo si nerazzurri a tratti dominati dai catalani pur privi di Messi. Per continuare la serie di vittorie cominciate dopo la sconfitta col Parma ci vorrà però la migliore interpretazione da parte di una squadra che insieme al Napoli si candida autorevolmente al ruolo di anti Juve.

Delicata anche la sfida (trasmessa in diretta da La Giostra del Gol su Rai Italia) che attende la Roma all'Olimpico contro una Sampdoria uscita male dall'ultimo turno di campionato in cui ha perso in casa contro il Torino. La squadra di Giampaolo ha un po' rallentato nelle ultime settimane ma ha uomini e qualità per creare difficoltà ai giallorossi. Di Francesco può essere entusiasta del cammino dei suoi in Europa tanto quanto deve essere deluso dall'andamento altalenante avuto in campionato. A cinque punti dal quarto posto e da due rivali dirette come Lazio e Milan per il tecnico abruzzese domenica ci sarà un solo risultato utile, la vittoria, per non allontanarsi ancora di più da un obiettivo che per il club resta vitale.

Il match clou del 12mo turno si giocherà alle 20.30 a San Siro. Il classico Milan-Juventus ha davvero tanti significati e la prima sconfitta stagionale patita dai bianconeri contro lo United ha messo ulteriore pepe ad una sfida davvero da non perdere. Al di là del risultato negativo la squadra di Allegri è apparsa in salute dominando a lungo la partita con il Manchester. Tuttavia più che i cinque minuti finali di follia, qualche preoccupazione in casa bianconera la suscitano le tante occasioni fallite contro gli uomini di Mourinho. Cristiano Ronaldo ha segnato il suo primo gol in Champions ma non è un centravanti classico come quello che i bianconeri si troveranno di fronte a San Siro. Quel Gonzalo Higuain, mollato senza troppi riguardi per far posto a CR7 e che ha senza dubbio il dente avvelenato e vorrà prendersi una rivincita che sarebbe memorabile. La rabbia dell'argentino resta la principale freccia nell'arco di Gattuso che tra infortuni e stanchezza dopo la gara di Europa League col Betis non potrà schierare certamente il miglior Milan. Le speranze, non solo dei tifosi milanisti, ma per una volta anche di quelli interisti e napoletani poggiano dunque sul Pipita e la sua sete di vendetta.

ENRICO VARRIALE