Si respira un'aria quasi normale nella capitale d’Europa. Molti indossano le mascherine e si tengono a debita distanza in treno e autobus, ma in generale si cerca di essere reattivi. Non ci ci si ferma. La popolazione media che vive e lavora a Bruxelles ha un livello elevato di istruzione ed è ben informata dunque la risposta è abbastanza contenuta. Nessun isterismo né allarmismo ingiustificato. Ma tanta cautela.

Per adesso in Belgio sono sei i casi di coronavirus confermati secondo la ministra federale della Salute, Maggie De Block. È di ieri la notizia della scoperta di un secondo caso di infezione ad Anversa. Il paziente, che avrebbe soggiornato in Francia, presenta lievi sintomi ma nel complesso è in buone condizioni. Intanto, è stato segnalato che due persone risultati positive al Coronavirus, un lussembughese e una spagnola, sono transitati per il Belgio prima di rientrare in patria dove è stata accertata la loro contaminazione. Le autorità dell'aeroporto di Charleroi, da dove è transitato il lussemburghese, hanno avviato accertamenti per ricostruire i suoi movimenti.

Ma veniamo al fatto del giorno, che ha scosso la popolazione della città europea. Olivier Maingain, il sindaco del comune di Woulowe Saint Lambert, ha deciso di chiudere tutti i luoghi pubblici alle persone che per motivi personali o professionali si sono recate negli ultimi giorni nelle zone ad alto rischio, tra cui il Veneto e la Lombardia. Una decisione forte che il sindaco ha motivato così: l'iniziativa - che riguarda scuole, asili, uffici pubblici, case di riposo, centri sportivi e culturali – risponde alla piena volontà di allinearsi alle raccomandazioni dell'Oms per limitare la diffusione del Covid-19. Non si sono fatte attendere reazioni polemiche. Il collega Vincent De Wolf di Etterbeek, un altro dei 19 comuni in cui è divisa Bruxelles, è insorto dichiarando che l'iniziativa, oltre a essere "sproporzionata e inapplicabile", non fa che "alimentare il panico e l'angoscia nella popolazione".

Intanto la premier belga Sophie Wilmès ha annunciato che il Paese, dopo la scoperta di un secondo caso di Coronavirus ora in isolamento ad Anversa, è passato alla 'fase due' (su tre) del piano sanitario anti-contagio. Un piano in base al quale sarà attuata una particolare vigilanza nei confronti delle persone che si sono recate nelle zone a rischio e la messa sotto osservazione di tutti coloro che sono stati vicini a contagiati. La vita comunque continua nella capitale europea. Continuano a sfilare macchine e biciclette.

Margareth Porpiglia