Sta diventando il leader degli Stati Uniti. Parliamo del South Carolina e del metodo Montessori. Infatti secondo i dati resi noti dall'ultimo rapporto del Riley Institute at Furman University, nel 2016 il South Carolina aveva 7.402 studenti facenti parte di programmi Montessori che sono tenuti in 45 scuole pubbliche di 24 distretti scolastici.

La particolarità del South Carolina poi non finisce qui: infatti se complessivamente negli Stati Uniti il programma educativo che porta il nome della pedagogista italiana Maria Montessori viene portato avanti, per la grande maggioranza in scuole private, qui invece si trova soprattutto in quelle pubbliche. E la maggior parte degli studenti Montessori in S.C. provengono da famiglie a basso reddito, altra particolarità, come del resto il fatto poi che per il 45% appartengano alle minoranze razziali.

E in questo ambito le scuole riflettono quella che era la originale missione di Maria Montessori che appunto aveva elaborato il suo programma proprio pensando a chi aveva meno possibilità e opportunità. Confrontando poi chi studia attraverso questo metodo ai colleghi delle scuole tradizionali, il rapporto rivela anche un maggior miglioramento nei test di inglese, matematica e studi sociali dei primi.

"Il programma - si legge nel rapporto del Riley Institute - viene spesso considerato un approccio elitario all'istruzione, rivolto a studenti privilegiati, disponibile poi specialmente nel settore privato. Tuttavia a causa delle promesse che il programma aveva offerto agli studenti di tutto il mondo per oltre cent'anni, considerevoli investimenti erano stati eseguiti proprio nel South Carolina per rendere più numerosi i programmi nelle scuole pubbliche dello stato".

I ricercatori poi hanno dimostrato, anche negli ultimi rapporti, che gli studenti che seguono il metodo 'italiano' mostrano i livelli di creatività più elevati, maggiori tassi di frequenza e minori problemi disciplinari rispetto ai loro loro coetanei negli istituti tradizionali. E Summer Ramsey, direttore del marketing per il Riley Institute, ha anche aggiunto che il nuovo rapporto offre agli educatori, in tutti gli Stati Uniti, uno sguardo più attento e profondo di come le scuole pubbliche Montessori lavorano in uno stato che le ha volute ed accolte.

"C'è davvero una mancanza di ricerca sul mondo Montessori - ha sottolineato Ramsey - molto minore rispetto ad altri modelli, così questo è quello che il nostro studio cerca di fare: vuole colmare il divario esistente".

Il Riley Institute Report risponde poi anche a una domanda molto importante: può il sistema Montessori funzionare anche nelle scuole pubbliche? E da quanto viene mostrato nel South Carolina, non sembrano esserci proprio dubbio. Un sistema ormai che ha affondato le proprie radici nella istruzione dello stato e che segue, questa volta in tutto, quelle che erano le idee che Maria Montessori aveva avuto, quando per la prima volta portò il suo innovativo programma sui banchi delle scuole italiane all'inizio del secolo scorso.

Il primo programma pubblico del genere nel South Carolina è stato inaugurato 25 anni fa alla Walker Gamble School nella rurale Clarendon County, quando un insegnante di scuola materna convinse gli amministratori dell'istituto a darle un'opportunità. Quell'insegnante, Linda Mims, dopo una laurea ottenuta nel 2001 è diventata direttrice del S.C. Department of Education per i programmi relativi alla prima infanzia e in quel periodo, quando davvero erano rari gli stati che sostenevano simili programmi per le scuole pubbliche, il South Carolina invece lo fece per la prima infanzia. E se anche poi la Walker Gamble School successivamente abbandonò il metodo, l'idea si è diffusa un po' in tutto lo stato.

"Il South Carolina - ha dichiarato Timothy Purnell, direttore esecutivo della American Montessori Society - è un hub meraviglioso per noi. Agli studenti appartenenti al ceto basso viene offerta una opportunità per una educazione che è auto-diretta, molto diversa dai sistemi che vediamo oggi". Ma come sempre succede non sempre il nome garantisce l'autenticità: infatti molti insegnanti intervistati dal Riley Institute hanno dichiarato che, ad esempio, non tutte le scuole affrontano i costi dovuti al rinnovamento del materiale scolastico.

Il rapporto così ha anche scoperto che delle 45 scuole, in tutto lo stato che si dichiarano 'Montessori', 22 lo sono veramente, 14 in parte mentre le restanti sono poco fedeli. E se i ricercatori si sono rifiutati di dare con i nomi delle scuole con la relativa valutazione, Ginny Riga, del S.C. Department of Education Montessori ha invece offerto la propria opinione: "Sempre dico alla gente di andare a vedere con i propri occhi. Si tratta di una buona scuola? Bisogna andarci e poi deciderlo da soli".