Servizi consolari, donne, nuova emigrazione: sono stati diversi gli argomenti trattati ieri nel corso della seconda giornata della riunione continentale del Cgie a Montevideo. Questo secondo giorno si è aperto con il tema consolare, il cavallo di battaglia di questo organismo che appare costantemente in ogni riunione. “In Uruguay ultimamente alcune cose sono migliorate a cominciare dal finanziamento del 30% preso dalla tassa di 300 euro sulla cittadinanza” ha spiegato Renato Palermo. Nonostante i miglioramenti, però, restano ancora tanti i punti critici “a cominciare dall’adeguamento della struttura, un qualcosa di positivo sia per il pubblico che per i funzionari che lavorano lì”.

Intervenuto sul tema, l’ambasciatore Gianni Piccato ha anticipato le azioni che seguiranno gli ultimi provvedimenti e che a Montevideo porteranno circa 170mila euro. Tre le aree di intervento segnalate dall’ambasciatore: personale, struttura e comunicazione. “Questa misura è certamente utile ma non sarà sufficiente per risolvere i problemi. La nostra sede utilizzerà questi fondi per diverse cose a cominciare dall’assunzione di cinque o sei digitatori, ossia personale assunto temporaneamente tramite un’agenzia interinale. Il secondo intervento sarà sul miglioramento degli spazi per l’area aperta al pubblico e infine si cercherà di migliorare la comunicazione con i cittadini”.

Altro aspetto molto particolare è quello relativo alla rete consolare onoraria distribuita nei singoli paesi sul quale è stato chiesto “un maggior potenziamento per venire incontro alle esigenze dei connazionali”. Maria Celeste D’Inca ha poi tenuto una conferenza sul ruolo delle donne italiane nel mondo, un lungo percorso che parte dal ruolo storico del passato fino alle sfide del presente. “La donna è stata fondamentale nel trasmettere ai figli i valori
dell’italianità, la cultura, le tradizioni e i cibi. Nel corso degli anni la situazione è molto cambiata e oggi assistiamo a problematiche nuove”.

Tra le proposte segnalate dalla consigliere del Comites di Mendoza, c’è la riforma degli organismi di rappresentanza che dovrebbero includere “la metà di presenza femminile nella quota di partecipazione”. “Nel mondo” -ha argomentato- “le leggi di parità di genere sono già una realtà. Non possiamo negarle e dobbiamo uscire da questa mentalità anacronistica”. Tra le iniziative discusse c’è stata la proposta per l’organizzazione del seminario sul ruolo delle donne italiane nel mondo. Ricco di interventi è stato il tema nuove generazioni e nuova mobilità che ha generato un appassionante dibattito con diversi invitati: Luca Molina, Alessandro Furcas, Livia Cossa e Lorenzo Meneghini.

Il primo, in rappresentanza della nuova emigrazione, ha descritto le caratteristiche principali di un fenomeno sconosciuto dalle autorità: “Oggi abbiamo gente nuova arrivata negli ultimi anni in Sud America che è slegata dalle tradizionali forme di aggregazioni della collettività. Tuttavia, c’è la disponibilità nel partecipare attivamente insieme alle associazioni già presenti storicamente sul territorio per far rivivere l’italianità e la comunità come era in passato ma in forma aggiornata”. Imprenditore milanese trasferitosi cinque anni fa in Uruguay, Molina ha parlato su invito di Renato Palermo dei cosiddetti ReTanos, i nuovi italiani in Uruguay che “possono essere il punto di riferimento
per il resto del continente con esperienze da condividere”.

“Noi abbiamo una forte conoscenza e uso di internet come dimostrano i gruppi di Facebook e il recente canale Teletana creato su Youtube. Questa nostra conoscenza è messa a disposizione delle associazioni per poter mantenere saldato il rapporto tra la nuova e la vecchia popolazione di italiani residenti in Sud America”. Rita Blasoli ha ricordato l’interesse del Ministero degli Esteri nel “conoscere queste nuove realtà e trovare una soluzione per integrarli agli organismi di rappresentanza e capirne le necessità”.

Nella sua analisi, Renato Palermo ha diviso in tre gruppi lo stato dell’italianità oggi: “Una bassa percentuale di italiani nati in Italia, i loro discendenti, e poi i ReTanos. Il nostro obiettivo come Cgie è includere questi tre gruppi per poter funzionare come una comunità integrata. La sfida che dobbiamo avere è favorire questo scambio e ogni gruppo può dare il suo contributo. Purtroppo oggi mancano iniziative ufficiali per includere questi nuovi attori”. Argomento collegato a questo ma con le sue peculiarità è quello del coinvolgimento delle nuove generazioni dei discendenti (sul quale verrà organizzato un seminario in
futuro) e poi quello della mobilità europea.

In particolare, la riunione del Cgie si è soffermata su quest’ultimo punto: “Dobbiamo iniziare a discutere di cittadinanza europea. Bisogna creare all’estero una forte coscienza
dell’essere europei oggi e di sentirsi parte integrata di questa grande comunità”. In quest’ottica può essere utile “stabilire collegamenti e contatti con regioni e università
per far capire diritti e doveri dei cittadini. C’è bisogno di un punto di riferimento tra istituzioni e giovani”.

Tra gli altri temi affrontati nella parte finale della riunione si è parlato della conferenza tra Stato, Regioni e Provincie Autonome insieme al Cgie, la situazione dei Comites dell’America Latina e infine la rappresentanza delle comunità latinoamericane presenti che non hanno rappresentanti all’interno del Cgie. Su quest’ultimo punto sono state create delle commissioni interne dove i consiglieri si sono divise aree di interesse da seguire.

Matteo Forciniti