Il governo brasiliano del presidente Jair Bolsonaro ha inviato un telegramma alle Nazioni unite affermando che il 31 marzo del 1964 non c'è stato "alcun colpo di Stato" in Brasile e che i 21 anni di governi militari sono stati necessari "per scongiurare la crescente minaccia di dittatura comunista del Brasile e per garantire la conservazione delle istituzioni nazionali nel contesto della guerra fredda".

Lo riporta l'edizione brasiliana della Bbc, pubblicando i contenuti della lettera riservata inviata dal ministero degli Esteri brasiliano al relatore speciale delle Nazioni unite per la promozione della verità, giustizia, riparazione e garanzie di non la ripetizione, Fabian Salvioli. Il testo è una risposta alle critiche formulate dal relatore Salvioli che lo scorso venerdì 29 marzo aveva classificato la scelta del governo di commemorare il colpo di stato del 64 come "immorale e inaccettabile". Salvioli aveva dichiarato che "i tentativi di rivedere la storia e giustificare gravi violazioni dei diritti umani del passato deve essere chiaramente respinta da tutte le autorità e la società nel suo complesso".