Una classe di pecore. No, non si tratta di studenti che non si impegnano. Da quest’anno infatti la scuola elementare di Crêts en Belledonne, comune nel sud della Francia, accoglierà una quindicina di ovini. È un colpo di genio quello escogitato dalla combattiva comunità del piccolo comune nel dipartimento dell’Isère per evitare la chiusura di una classe dell’istituto. Gli alunni sono infatti scesi da 266 a 261, e si rischiava la chiusura di una delle 11 classi. Ed ecco allora la trovata: iscrivere simbolicamente 15 pecore al prossimo anno scolastico al grido di “On n’est pas des moutons”, che letteralmente si traduce con “Non siamo delle pecore” ma in realtà equivale al nostro “Accà nisciuno è fesso”. Una specie di provocazione surrealista che richiama il Magritte della pipa che non è una pipa. Sicuramente una trovata mediatica che ha attirato l’attenzione dei media di tutta Europa. Alle 8 del mattino di martedì 7 maggio un pastore della zona è entrato a scuola accompagnato dal suo cane e dal suo gregge di una cinquantina di pecore. Il sindaco Jean-Louis Mantet, che era d’accordo con i promotori, ha fatto le cose in regola decretando il sequestro momentaneo di una parte del cortile. Così i quindici animali, con tanto di certificato di nascita, sono stati ufficialmente iscritti alla scuola. Il tutto – ha raccontato a Le Monde – in presenza degli alunni, dei loro genitori e del corpo insegnante al gran completo.
“Qui ci sono dei bambini in difficoltà, ma l’educazione nazionale non si preoccupa delle ragioni dei singoli territori, guarda solo ai numeri”, ha raccontato Gaëlle Laval, una delle organizzatrici della protesta.
“In questo modo non dovrebbero chiudere neanche una classe”, ha aggiunto, spiegando di “aver scelto il registro dell’ironia per cercare di mobilitare l’opinione pubblica”. E a vedere i risultati ci è riuscita in pieno.