Il 22 settembre si festeggia San Matteo, adorato patrono di Salerno, ed entra anche l'autunno, quasi a presagire la caducità del fogliame esuberante e velleitario del bosco politico nazionale. Antiche leggende metropolitane narrano che Michelangelo Naccherino nell'ideare la statua bronzea bifronte del Santo, non sia stato mosso da un "diesis artistico" ma abbia voluto raffigurare le due vite, quella del pubblicano prima, sul tergo, e dell'apostolo dopo, sul fronte: la vita terrena e materiale che si eleva in quella spirituale e mistica. Una scelta, purtroppo, che ha portato nei secoli ad identificare in tale doppiezza iconografica una popolare condanna della presunta, caratteriale ambiguità dei salernitani. La casuale contemporaneità della solennità religiosa con l'attuale momento politico, foriero di sfide mediatiche fra i due Matteo, offre lo spunto per alcune "leggere" considerazioni sulle puntate di questa interminabile farsa che i due teatranti stanno per mettere in scena il 19 ottobre, fra la Leopolda e la "piazza sovrana" della Lega.

Bisogna dire che i due interpretano bene il senso ambiguo della statua. Ognuno, in nome del popolo e del bene della nazione, è maestro nell'appoggiare governi e poi far venir meno il proprio sostegno. Forse sono differenti nei modi e nelle strategie: il Matteo leopoldano agisce con il fioretto e lo stiletto, armi tipiche delle oscure notti fiorentine "medicee", il Matteo del nordest tradisce la discendenza gotica preferendo ascia e martello. Entrambi saranno la iattura di questo miserando paese. In questo empireo laico frastagliato e sminuzzato fra beati e santi "minori" che si affannano a formare movimenti, partitini senza elettorato, per ritagliarsi uno spazio di culto che li accrediti di una manciata di poltrone, assistiamo a scismi, divisioni, folgorazioni sulla via di Damasco, "transumanze" singole e varie, in nome della bontà del progetto politico e riformatore a cui si aderisce in un battito d'ali.

Gli addetti ai lavori, quelli che se ne intendono insomma, parlano di un'astuta manovra da parte del "giovin fiorentino", d'altra parte ampiamente prevista ed ipotizzata dalla amorfa maggioranza dei teleutenti, perfino da Conte. Come accaduto anche per la scelta "pro domo sua" dell'altro volto della statua. Il commento più gettonato è che l'ex rottamatore è tornato ad essere ago della bilancia, pietra angolare su cui costruire la futura "governance" italiana, colui che tiene il filo dell'ordito giallorosso, come la Parca Cloto, che diventa all'occasione Àtropo, quella che lo recide!

A mio modesto avviso, navighiamo a vista in acque agitate, fra innumerevoli scogli affioranti. In tale condizione di oggettiva recessione, nonostante le "sirene" evocate da rilievi statistici su occupazione e ridicoli percentuali di ripresa economica, rimaniamo un paese ad alto rischio, e francamente, appare egoistico ed irresponsabile, qualsiasi sorgere di "soggetti o gruppi" nuovi non nelle idee, ma nel "look" rifatto e nel lifting delle vecchie rughe da consumati "marpioni". A ciò va aggiunto il passaparola mediatico dei sondaggisti, che si sfidano e si smentiscono, 24 ore su 24, e alimentano una guerra del niente, a colpi di percentuali irrisorie, spesso manipolate ed inaffidabili, e di fatto distraggono l'attenzione degli italiani dalla drammatica realtà.

Tempo fa, ho scritto che l'italica genìa ha un Dna "multipolare", soffre il teutonico ed anglosassone bipolarismo, come un'imposizione, un inquadramento, un ordine mentale che non accetterà mai. La cronaca di questi giorni, a ben vedere, sembra darmi ragione: le "nascite" e i "parti" di nuovi formazioni e gruppuscoli sono seriali, perciò non credo molto nel successo della chiamata alle armi dei "due volti di Matteo". Fra esposizioni di rosari e citazioni evangeliche, scandali finanziari aretini e moscoviti, soldi non restituiti a poveri risparmiatori o allo Stato, non riesco a notare una differenza fra i due, sembrano appunto "facce di bronzo" della stessa statua. Il problema è che non riesco a decidermi su chi raffiguri il recto o il verso di questo "Giano bifronte" del culto cattolico.

E a proposito di faccia di bronzo: ma come si fa a considerare stupidi e analfabeti gli italiani nel mondo continuando a gridare ai quattro venti che "la difesa degli interessi degli italiani nel mondo non ha colore politico..." E che "Merlo ha creato il MAIE con l’intento di andare oltre le barriere ideologiche ed appoggia ogni governo che mostri sensibilità verso le problematiche degli italiani nel mondo....." Le poltrone si vorrà dire al caro presidente Merlo, con le ormai giornaliere fake news che i suoi seguaci, petenti, e insolventi come il suo amico-rappresentante uruguaiano ALDO LAMORTE (a proposito quando salderà i debiti con la nostra amministrazione? I 20mila dollari che ci deve vuole pagarli o no? E il terreno da 250mila dollari non restituito alla legittima proprietaria????? Ha minacciato di averci denunciato perché abbiamo scritto la verità... Ad oggi non ci risultano denunce a parte la nostra... depositata in Italia, per insolvenza e...).

Fake news, sì, mi riferisco al presunto "nuovo" consolato di Montevideo... a quel locale che il Maie vuole per forza far passare come "nuovo consolato" ma che in effetti si tratta di un ufficio informazioni e basta... Sulla nuova costruzione invece, quella promesso da mesi da Merlo e suoi amici alla Farnesina e che dovrebbe sorgere sul terreno che ospita l'ambasciata (chissà come la prenderà il neo ambasciatore in Uruguay Gian Battista Jannuzzi che assumerà ai primi di gennaio del prossimo anno, se dovessero fare i propri lavori in casa...) sembra ci siano già alcuni preventivi (speriamo non degli amici degli amici...) e quasi tutti intorno al milione di euro... In tempi di vacche magre sborsare un milione di euro per qualche sedia in più nelle sale di attesa, visto che non si parla di ripristinare un Consolato vero... con un Console vero... mi pare follia... Ma ai posteri l'ardua sentenza!

ANONIMO NAPOLETANO