Si chiama "Azione" e punta a raccogliere il 10 per cento la nuova creatura politica presentata, ieri, da Carlo Calenda, alla stampa estera. “Nessuna maledizione ci condanna a dover scegliere tra i disastri dei populisti e quelli dei sovranisti” ha spiegato l’ex ministro dello Sviluppo Economico annunciando quello che, nei suoi disegni, punta a diventare un “luogo di mobilitazione dell’Italia che lavora, produce, studia e fatica. L’Italia stanca degli scontri inconcludenti tra tifoserie e degli slogan privi di contenuti”. Il nome richiama "radici culturali e politiche" che sono, sostanzialmente quelle del "liberalismo sociale e del popolarismo di Sturzo" ha precisato ancora l'ex dem invocando una mobilitazione dinanzi a "una nazione profondamente ingiusta" ed ad un’Italia che "non è in sicurezza" da punto di vista economico-finanziario. "Nessuno di noi assumerebbe uno degli attuali leader politici per gestire la sua attività. Eppure gli affidiamo lo Stato, perché non lo sentiamo nostro fino in fondo" ha proseguito l'ex ministro indicando quelle che, a suo dire, sono le priorità sulle quali il nuovo governo che verrà sarà chiamato a investire: "Scuola, Sanità e Sicurezza-Giustizia". Nel manifesto di "Azione", Calenda ha rilanciato anche l’idea di mettere in piedi un vero e proprio "Fronte Repubblicano e Democratico" contro "gli avversari della democrazia liberale". Un fronte, ha attaccato (pensando evidentemente, all'avanzata delle destre), che sia in grado "di ricacciare populisti e sovranisti". Per questo, ha sottolineato ancora "consentiremo la doppia tessera. Non vogliamo escludere ma al contrario tenere le porte ben aperte". "Il nostro obiettivo - ha assicurato Calenda - non è frammentare ulteriormente il sistema politico, ma lavorare per l'unità e il rinnovamento delle forze liberal democratiche". Azione, ha poi lasciato intendere l'ex ministro, non si presenterà, in ogni caso, alle prossime elezioni regionali, tuttavia, in Emilia Romagna, sosterrà Bonaccini. “A una condizione però" ha precisato Calenda: “lo sosterremo solo se non si alleerà con il M5s. Noi con i 5stelle non facciamo alleanze perché li consideriamo, assieme a Salvini, il male di questo Paese”. Archiviate le bordate per Carroccio e grillini, Calenda ne ha avute anche per i dem. E soprattutto per l’Iv di Renzi: “Pd e Italia Viva - ha sbottato - sono dei riformisti rammolliti perché hanno paura, sono succubi e tradiscono i loro valori. I riformisti vincono se esprimono un’azione forte come il governo Renzi che oggi viene tradito proprio da Renzi con la fallimentare alleanza con M5S”. Un riferimento infine è stato "dedicato" anche alla situazione dell’ex Ilva di Taranto: "Ho chiamato Mittal, certo. Ma non posso dire cosa ci siamo detti, so solo che deve chiarire la sua posizione. Ossia, se viene rimesso lo scudo penale, Mittal è disponibile a sedersi e discutere oppure no? Allo stesso tempo dico a Conte: siete davvero disponibili a rimettere lo scudo penale, viste le dichiarazioni del M5S? Perché senza scudo Ilva si può solo chiudere, non c’è alternativa".