Le ultime elezioni per il rinnovo dei Comites si sono svolte nel 2015. Considerato che gli eletti restano in carica cinque anni, già da mesi si parlava del "naturale" rinnovo. A luglio, ad esempio, il Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, in occasione della Plenaria del CGIE, riconfermava che le elezioni avrebbero avuto luogo nel 2020 e che "il Ministero è già impegnato nello svolgimento dei primi adempimenti relativi alla tornata elettorale". Anche il Ministro plenipotenziario Luigi Maria Vignali, Direttore generale della Direzione Italiani all’Estero e Politiche Migratorie del MAECI, affermava che le elezioni "devono tenersi nella primavera del 2020", a tal fine, ribadiva l’impegno affinché tale scadenza non corresse pericoli ed anzi, in occasione di un intervento al Senato, sempre Vignali segnalava una data: 20 aprile 2020; "un passaggio importante", lo ha definito, auspicando un "successo". Ed invece… è successo che le elezioni sono state rinviate al 2021. Una prima avvisaglia era arrivata a dicembre con l’intervento del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Nel rispondere ad una interrogazione dell’onorevole Fucsia Nissoli, affermava: "le elezioni dei Comites, previste per il 2020, sono strettamente condizionate dalla disponibilità di adeguate risorse finanziarie, rispetto alle quali potrà essere decisiva la manovra di bilancio in corso di esame da parte delle Camere".

Dopo qualche giorno, l’annuncio ufficiale: "Si informa che ai sensi del c.d. Decreto Milleproroghe, art. 14, comma 3 del Decreto Legge 30 dicembre 2019, n. 162 (vedasi Gazzetta Ufficiale), in deroga all'articolo 8 della legge 23 ottobre 2003, n. 286 e all'articolo 1, comma 323 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, le elezioni per il rinnovo dei Comitati degli Italiani all'Estero (COMITES), e quindi anche del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), sono rinviate rispetto all'aprile 2020, periodo originariamente previsto. Le elezioni avranno comunque luogo tra il 15 aprile e il 31 dicembre 2021"... un asettico elenco di leggi e articoli per arrivare a dire che per il rinnovo dei due organismi di rappresentanza degli italiani all’estero si dovrà aspettare un solo (chissà!?!?!) altro anno.

"Non è bello rinviare l'esercizio di un diritto democratico e le elezioni per il rinnovo di Comites e CGIE rientrano in questa fattispecie. Sono stato fortemente contrario nel 2009 al rinvio deciso dal governo Berlusconi – dichiara a La Gente d’Italia l’Onorevole Fabio Porta, coordinatore del PD in Sudamerica nonché Presidente dell’Ital-Uil in Brasile - e non vedo perché oggi debba dire il contrario. Proprio alla luce del precedente rinvio, però, spero che il governo rispetti l'impegno di garantire le elezioni per il prossimo anno perché sarebbe imperdonabile un ulteriore rinvio. In un momento in cui il sistema di rappresentanza degli italiani all'estero è messo in discussione, anche dal possibile 'taglio dei parlamentari', dobbiamo impegnarci a difenderlo, anche rispettando termini e scadenze delle scadenze elettorali". Una delle motivazioni più volte ventilate per "giustificare" il rinvio, quella - accennata dal Sottosegretario Di Stefano - della mancanza di risorse adeguate. E a proposito di motivazioni, secondo Porta "alcune, ufficiali e non, credo siano plausibili, soprattutto quelle relative alla possibile coincidenza del voto per i Comites con la consultazione referendaria sulla riforma del Parlamento. Condivido meno, anche se non sono state esplicitate, le motivazioni relative alla mancanza di risorse sufficienti all'organizzazione del voto; sarebbe grave legare l'espressione di un diritto democratico con la presenza o meno di risorse, si darebbe un pessimo segnale e spero che di questo non si tratti. L'unica motivazione condivisibile che ho sentito, semmai, è quella che giustifica il rinvio con l'opportunità di organizzare al meglio una consultazione in tutto il mondo garantendo in tutti i modi il massimo della partecipazione". Tra le prime reazioni alla notizia del rinvio, quella del Senatore Raffaele Fantetti che l’ha definito "un assalto distruttivo alle istituzioni degli italiani all’estero!". Fantetti ricorda anche l’abolizione del Comitato per le Questioni degli Italiani all’estero del Senato operativo per le quattro legislature passate, ed ovviamente anche la drastica riduzione dei parlamentari della circoscrizione estero: in sintesi, un vero attacco alla comunità degli italiani all’estero che ogni politico si ostina a definire "una risorsa" quando si tratta di ottenere consensi, ma che nella realtà è spesso dimenticata, svantaggiata, costretta a fare a meno di tanti diritti nel nome delle "risorse" e di altre priorità. "Quando si tratta di italiani all’estero – sono parole del Senatore Fantetti - anche la legalità viene negata, con la speranza che nessuno se ne accorga". Ed immediatamente ha presentato un’interrogazione al Ministro degli Esteri per chiedere le motivazioni per non aver provveduto in tempo a definire e recuperare le risorse necessarie per le operazioni di voto. "Perplessità" ha espresso l’Onorevole Francesca La Marca in considerazione del rinvio che equivale ad impedire il regolare svolgimento di un atto democratico.

"Ad ogni modo – ha spiegato qualche giorno fa - il rinvio c’è ed è inverosimile che in fase di conversione del decreto si possa tornare indietro, anche perché mancherebbero ormai i tempi tecnici per rispettare la scadenza prevista dalla legge. Allora, il vero problema è di non limitarsi a prendere atto che ci sarà lo slittamento di un anno, ma di investire il tempo a disposizione per fare cose utili a beneficio degli italiani all’estero". Ovvero provvedere alla riforma delle due leggi (Comites e CGIE), ed in questo il parere degli addetti ai lavori è unanime, e alla definizione delle modalità di voto. In sintesi, oltre ad aggiornare le leggi istitutive dei due organismi di rappresentanza, riforme che tengano conto anche delle nuove mobilità e di un coinvolgimento maggiore dei giovani, una delle priorità da affrontare in questo lasso di tempo è la sperimentazione del voto elettronico di cui da tempo si parla, per garantire la massima trasparenza anche al voto per le politiche. In pratica, il rinvio può essere giustificato solo per approntare provvedimenti urgenti e positivi. Altro argomento che di certo dovrà essere ampiamente preso in considerazione, sempre in vista del rinnovo dei Comites, quello di approntare, garantire una inMichele Schiavone Francesca La Marca tensa campagna di informazione che permetta di raggiungere il più ampio numero di elettori al fine di incentivare le iscrizioni all’albo degli elettori, per evitare di ripetere quanto già accaduto nelle elezioni del 2015 (dopo ben 10 anni, vale la pena ricordarlo, dal previsto rinnovo). Allora era Sottosegretario agli Esteri Mario Giro che spostò ancora la data del rinnovo a causa dell’esiguo numero di persone che avevano provveduto a iscriversi all’albo per poter eleggere i nuovi Consiglieri. Sempre in merito alle modalità della campagna informativa da mettere, fin da subito, in atto, Michele Schiavone, Segretario generale del CGIE, auspica che sia "diversa da quelle prodotte nelle consultazioni elettorali precedenti, tale da sostanziare un’alta partecipazione degli aventi diritto per qualificare il ruolo di questi organismi e perseguire una reale educazione civica dei nostri connazionali all’estero". Si associa all’auspicio di una capillare campagna di informazione, anche l’Onorevole Porta: "Spero che parallelamente alla discussione sul rinvio di Comites e CGIE e alla discussione sulla nuova legge elettorale per l'estero, l'Italia si decida finalmente ad investire sul serio sul sistema di informazione per gli italiani nel mondo; troppo spesso la mancanza di una seria informazione ha causato da una parte disaffezione e scarsa partecipazione, e dall'altra fenomeni di malaffare favoriti proprio da ignavia e disinformazione". Ma quali, in concreto, saranno le ripercussioni di questo rinvio? "Il rinvio di una consultazione democratica – sottolinea l’Onorevole Fabio Porta - ha sempre un effetto negativo, proporzionale alla durata di questa proroga. Il rischio principale, oltre a quello di dare l'impressione che questi organismi non siano ritenuti di massima importanza per l'Italia, è quello di favorire una certa disaffezione o delusione da parte dei giovani o di quanti si stanno legittimamente preparando a candidarsi per entrare a far parte dei nuovi organismi. Ricordo bene la delusione dei tanti giovani che nel 2008 avevano contribuito al successo della grande Conferenza dei giovani italiani nel mondo, pronti a partecipare l'anno successivo al rinnovo dei Comites e del Cgie. Il rinvio di quasi cinque anni di quelle elezioni oltre a frustrare tante di quelle aspirazioni ci ha fatto letteralmente perdere centinaia di nuove energie che avrebbero sicuramente arricchito il nostro sistema di rappresentanza. A questo punto, non ci resta che utilizzare al meglio il tempo di questo rinvio, per esempio lavorando seriamente sulle proposte di riforma del sistema di rappresentanza raccolte dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero: vanno potenziati e adeguati ai tempi i Comites e va ripensato il CGIE in considerazione della probabile diminuzione del numero degli eletti all'estero".

Giovanna Chiarilli