L’Inps dopo aver recentemente comunicato che a causa dell’emergenza sanitaria internazionale per il Coronavirus è stato deciso di posticipare al mese di agosto 2020 l’avvio della seconda fase della campagna di verifica dell’esistenza in vita dei pensionati residenti all’estero, ha ora deciso, anche su richiesta delle parti sociali in rappresentanza delle nostre collettività, di non sospendere i pagamenti, a partire dalla rata di aprile, ai pensionati che non sono ancora riusciti a completare il processo di verifica della prima fase dell’accertamento generalizzato dell’esistenza in vita, riferita agli anni 2019 e 2020, per i pensionati residenti in Africa, Oceania ed Europa.

Come è noto e come precisato dall’Inps, la prima fase dell’accertamento era stata avviata da Citibank, a partire dal mese di ottobre 2019, con l’invio ai pensionati INPS residenti nelle aree geografiche suindicate, della modulistica necessaria all’attestazione di esistenza in vita. Le attestazioni, debitamente compilate, sottoscritte dal pensionato e avallate da un "testimone accettabile" (quale un rappresentante di un ufficio consolare o di un'Autorità locale legittimata a tale adempimento) dovevano essere restituite alla banca entro il 13 febbraio 2020. L’Inps ha informato che per i casi in cui il processo di accertamento dell’esistenza in vita non è stato completato entro il suddetto termine, Citibank ha effettuato il pagamento della sola rata di marzo 2020 attraverso Western Union.

Tuttavia in caso di mancata riscossione personale presso la Western Union o di mancata produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 marzo 2020, il pagamento delle pensioni sarebbe stato sospeso a partire dalla rata di aprile 2020. È noto che molti pensionati sono purtroppo impossibilitati a recarsi da "testimoni accettabili" o nelle locali agenzie di Western Union (in alcuni casi addirittura chiuse) per la riscossione della rata di marzo, che costituisce valida prova dell’esistenza in vita.

In particolare i patronati hanno evidenziato che, a causa del diffondersi del contagio da COVID-19, in diversi Paesi interessati dalla prima fase dell’accertamento sono state imposte restrizioni alla libertà di movimento dei cittadini ivi residenti, specialmente se di età avanzata, che non permettono a costoro di completare il processo di verifica con le consuete modalità. Pertanto l’Istituto previdenziale ha fatto sapere con un recente messaggio che non sospenderà i pagamenti a partire dalla prossima rata di aprile e di includere i pensionati che non sono riusciti a completare il processo di verifica tra i soggetti che saranno interessati dalla seconda fase dell’accertamento generalizzato dell’esistenza in vita. La seconda fase si dovrebbe svolgere da agosto a dicembre 2020, prevedendo, ove l’attestazione non sia prodotta, il pagamento della rata di gennaio 2021 in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza ove possibile e l’eventuale sospensione in caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita a partire dalla rata di febbraio 2021.

Ovviamente in seguito alla produzione dell’attestazione dell’esistenza in vita il pagamento della pensione avverrà con le consuete modalità, a meno che non pervenga a Citibank una esplicita richiesta di continuare a incassare la pensione presso Western Union.

ANGELA SCHIRÒ DEPUTATA PD - RIP. EUROPA