"Papà Sirio ci ha lasciati, se n’è andato a ottantotto anni", gonfio di dolore l’annuncio del figlio Mauro ha raggiunto in breve il mondo. "No, il coronavirus c’entra nulla, papà era da anni ammalato". Se n’è andato Sirio Maccioni, il ristoratore del sogno americano, l’imperatore del business gastronomico, lo chef che ha insegnato agli americani il saper mangiare. Sirio Maccioni, l’inventore del Le Cirque a New York. Maestro inarrivabile anche del ricevimento e dell’intrattenimento, nel suo locale, la lista d’attesa per un tavolo era mediamente di sei mesi.

Partito con una valigia di cartone da Montecatini Terme, ha incantato con la sua arte in cucina e in sala le donne più belle e sfavillanti, non solo di Hollywood, e capi di Stato, presidenti degli Usa, Richard Nixon, Ronald Reagan, Donald Trump giovane, e politici, artisti enormi, Robert De Niro e Woody Allen, e un Papa. Carol Wojtyla impazziva per il "branzino al barolo", la più apprezzata tra le tante invenzioni del geniale Sirio. Lui, fisico da tombeur de femmes, bello più di John Wayne, profondamente innamorato della moglie Egidiana.

"La migliore cuoca del mondo". Incorruttibile monogamo e mago della ristorazione, Sirio Maccioni titolare inventore de Le Cirq e fondatore di ristoranti di successo negli Stati Uniti. Eccellenza italiana negli States, catturò l’ammirazione anche del famoso Bocuse, celeberrimo chef francese. "Buona cucina quella dell’amico Sirio, impagabile e incredibile l’accoglienza". Il migliore di tutti come maestro di sala, sulle orme di un grande oriundo italiano, Ivo Livi, al secolo Yves Montand, anche lui nativo della Valdinevole.

Sinonimo di eleganza e di successo, Sirio ha avuto come clienti Naomi Campbell e Sindy Crawford. Le celebrità sono passate tutte dal suo Le Cirque, il locale adiacente il Mayfair Regency Hotel. Un ristorante da apoteosi: Rudolph Giuliani, sindaco di New York, Jacqueline Kennedy e Aritostele Onassis, John Malkovich, Edith Piaf, Andrea Bocelli, e l’ex campione di boxe poi attore Jake La Motta, solo per citarne alcuni in marea di celebrità. Al suo fianco, la moglie Egidiana, i figli Marco e Mauro, e l’amico di tutte le stagioni, Gianni Mercatali, vicinissimo sodale anche nell’ora del trapasso.

Ambasciatore dell’Italia all’estero, innamorato perso della terra della terra d’origine, quando tornava a New York reduce da brevi periodi di vacanza a Montecatini, portava con sé pacchi di lardo di Colonnata nascosti in valigia per passare il controllo doganale. Non sopportava quei ragazzi che pensano di aver vita facile, poco portati al sacrificio. "Sono un povero figlio di contadini". Negli States partì dalle basi, una dura gavetta, dal pelare patate allo studio della carta dei vini durante la notte. Il sorriso stampato sul viso, l’invidiabile flemma, stile ed esperienza, accogliente ma discreto.

"Il cliente è l’assoluto protagonista, il centro di tutto. Bisogna fargli vivere un’esperienza e metterlo sempre a proprio agio, come a casa sua". Il branzino al forno, al barolo, e il filetto di manzo. Il cliente sempre al primo posto e l’avversione mai minimizzata verso la moda degli chef star. La freschezza di uno spaghetto a base di verdure, zucchine e asparagi e gli immancabili pisellini, sua passione. Da icona la crema brulèe, la cui ricetta pubblicata dal New York Times è stata inserita in carta dal padre della Nouvelle Cuisine, Paul Bocuse.

Un maestro per tanti colleghi, Sirio Maccioni classe 1932. Sfuggito in Toscana alla povertà, a Parigi diventò amico di Yves Montand e grazie allo chansonnier suo corregionale venne assunto al Plaza Athenèe e successivamente da Maxim’s. Negli States approdò nel 1974, il primo Le Cirque al Mayfair Hotel. Nel ‘90 il trasferimento al piano terra della Villarde Houses sulla Madison Avenue, confinante con l’hotel Palace di proprietà del sultano del Brunei, suo grande estimatore.

Le Cirque prende il nome di Le Cirque 2000 e successivamente, all’alba del nuovo millennio, semplicemente Le Cirque nel Bloomberg Building. Poi, l’Osteria del Circo all’interno dell’hotel Bellagio, a Las Vegas, e ristoranti in India e nella Repubblica Dominicana. Sirio Maccioni la griffe mondiale. Le estati a Montecatini, ospiti graditi gli amici clienti di New York. Robert De Niro tra questi.

Strepitosa una festa di compleanno passata alla storia, organizzatore l’amico Gianni Mercatali. Una serata indimenticabile e il successivo Jake LaMotta, il Toro Scatenato, e Andrea Bocelli. Il celebre tenore in duetto con Egidiana, la moglie di Sirio. E l’immancabile eterna lista d’attesa al ristorante di new York, il regno di Sirio. Mesi aspettando un tavolo e il piacere di essere accolti e presi alla gola da Sirio. La prossima comanda lassù, in quel "circo" chiamato paradiso.

Franco Esposito