Ogni risultato ha un prezzo. Anche chi è alla guida del Paese lo deve pagare se vuol continuare ad essere l’inquilino di prestigio di Palazzo Chigi. È questa la situazione in cui si trova oggi Giuseppe Conte che si barcamena tra Scilla e Cariddi: con una opposizione che non gli dà tregua attaccandolo ogni giorno ed una maggioranza che non condivide tutte le sue scelte. Allora, dicono in molti, sarebbe indispensabile avere come premier una persona senza paura capace di tirar dritto anche quando il mare è in tempesta. Invece, non è così.

Chi lo vorrebbe mandare KO ritiene che l’attuale Presidente del Consiglio non abbia le caratteristiche necessarie per rimanere sulla poltrona di Palazzo Chigi. La pensa in questo modo anche una parte (minoritaria) dei Grillini che lo considera inadatto a quel ruolo. Ma, contemporaneamente, lo vorrebbe come capo del Movimento. Un controsenso a cui i 5Stelle ci hanno abituati. Se non è all’altezza di guidare il Paese, perché nominarlo al vertice di un "partito" già dilaniato dalle faide interne?

"Proprio per questa ragione" replicano i seguaci più ultras di Grillo. "Dopo Luigi Di Maio, le crepe sono state vistose. Ci hanno fatto barcollare. È indispensabile cambiare registro e designare un uomo che è ben visto dalla maggioranza degli italiani". Questa ultima circostanza è vera.

Il 60% degli italiani è con Conte

Un ultimissimo sondaggio conferma che il 60 per cento dei nostri conterranei è con lui. Anche se il Governo cammina a tentoni e non è in grado di fare scelte decisive. Sempre stando alle previsioni, le scuole di pensiero sono due. Chi ritiene che Conte rimarrà in sella fino al 2022, anno in cui si dovrà eleggere il nuovo capo dello Stato. Chi, al contrario, lo dà quasi per spacciato, come ad esempio Giorgia Meloni che afferma senza mezzi termini: "Cadrà a settembre perché in Senato non ha più i numeri che lo sostengono".

Ultimamente, nei Grillini si è verificata qualche defezione e la bilancia potrebbe non pendere più a favore dell’attuale governo. Insomma, si vive alla giornata, si naviga a vista come direbbero i marinai di lungo corso. "L’anarchia regna sovrana fra i 5Stelle", commenta un parlamentare che vuole mantenere l’anonimato. "E anche nella maggioranza l’aria che tira non è delle migliori". Nei Palazzi romani, si respira a pieni polmoni l’incertezza. "La verità si saprà a settembre", è il parere di molti. Che aggiungono: "Questa è una situazione che non può durare a lungo. Il quadro si sta sfilacciando e nonostante la caparbietà del premier in autunno si farà la conta dei favorevoli e dei contrari".

Certo, arrivare sino al 2022 sarebbe indispensabile per la maggioranza. Nei primi mesi di quell’anno si eleggerà il nuovo presidente della Repubblica e non sfugge a nessuno l’importanza che può avere quella carica a livello politico. Ecco perché Matteo Renzi lancia il suo patto: "Rimaniamo uniti fino a quel giorno". D’accordo, ma a che prezzo? Il leader di Italia Viva non va più in là, non vuole sbilanciarsi e tiene per sé i risultati che vorrebbe raggiungere. Però, alcune decisioni debbono essere prese al più presto.

Mef, Conte si impegni subito

Questa è l’opinione del Pd che fa dire al suo leader, Nicola Zingaretti: "Sul Mes, il salva stati, il governo Conte deve prendere un impegno subito". Altrimenti? È sempre questo l’interrogativo di fondo. L’impressione è che per Palazzo Chigi e dintorni non ci saranno vacanze ad agosto quest’anno.

BRUNO TUCCI