Sono 64mila euro i soldi stanziati dal governo italiano per portare la lingua di Dante nelle scuole elementari uruguaiane per questo anomalo 2020 bloccato dal coronavirus. La cifra, in realtà, rappresenta la metà di quanto era stato precedentemente stabilito, circa 134mila euro, che è stata poi ridefinita a causa dell’emergenza sanitaria che ha portato i centri scolastici alla chiusura in questi mesi. Le informazioni sono state fornite durante l’ultima seduta del Comites alla quale ha partecipato Graciela Zanini, la responsabile del Casiu (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay). Indipendentemente dall’importo economico finale la sostanza non cambia: solo un’ora e mezza di insegnamento a settimana divisa in due lezioni di 45 minuti.

Anche noi lo abbiamo ripetuto tante volte: un’ora e mezza a settimana può bastare per imparare una lingua? Nonostante gli sforzi e gli impegni delle tante persone coinvolte, che senso hanno 90 minuti di italiano nelle scuole? Cosa rimarrà ai bambini che usufruiscono di queste risorse? Non si potrebbe pensare a un piano più ambizioso? Nelle ultime settimane le scuole sono tornate progressivamente ad aprire le porte agli studenti e così sono partiti anche i corsi gestiti dal Casiu con il supporto dell’Ambasciata italiana e la collaborazione del Dipartimento di seconde lingue dell’Anep (Administración Nacional de Educación Pública).

I corsi sono stabiliti da un accordo tra l’Ambasciata e il CEIP (Con- sejo de Eduación Inicial y Prima- ria) che va avanti dal 2003 e che viene rinnovato ogni anno.

In questo anno scolastico 40 sono le scuole in tutto il paese che partecipano al progetto destinato agli studenti del quinto e del sesto anno con 33 docenti per circa 3.500 bambini.
Intervenuta durante la seduta del Comites la Zanini ha allertato sul pericolo che la situazione dovuta al coronavirus sta generando in tutto il mondo: "I corsi sono iniziati ma siamo coscienti che siamo di fronte a una grande incertezza perché bisognerà vedere come evolverà la curva dei contagi. In molti paesi le lezioni sono continuate virtualmente, quindi sappiamo che questa è una possibilità".
Nel bilancio preventivo presentato al Comites e relativo al 2021, il Casiu ha chiesto al governo italiano un contributo ancora più alto di quello che riceve e che ammonta a 175mila euro. Come sempre le motivazioni sono lodevoli ma un po’ meno forse l’effettiva messa in pratica del progetto.