Inutile girarci intorno, tra i progetti di utilizzo del Recovery Fund un posto in prima fila dovrà averlo il Sud. Senza il Mezzogiorno, l’Italia può scordarsi di tornare a crescere, perché continuare ad avere un terzo della popolazione con un reddito che equivale a metà dell’altra è una follia. In questi giorni siamo scesi al Sud e mentre scriviamo ci troviamo in Sicilia, uno dei regali più grandi del Padreterno all’Italia e al mondo. Una terra straordinaria per arte, cultura, profumi, colori, mare, monti e una campagna dove basta gettare un seme per far nascere qualcosa di unico.

Inutile, infatti, fare l’elenco delle eccellenze agroalimentari dell’isola e delle unicità che la distinguono da sempre, dagli agrumeti ai vitignialle coltivazioni, per non parlare del turismo, dei siti archeologici, delle coste e delle città che accompagnano la storia dell’uomo e della civiltà. Perché sia chiaro è al Sud e non solo dell’Italia che è nato tutto e fino alle rivoluzioni industriali del Settecento, il Nord non era nulla e senza il Sud. Il mondo e lo scibile umano sarebbe stato poco o niente, eppure oggi tornando a noi e al Paese, è proprio il Sud che soffre ed è rimasto da decenni troppo indietro. Infrastrutture, produzione, occupazione, formazione, economia, vittime della cecità e della scriteriatezza di una politica che ha trasformato un potenziale di crescita e sviluppo enorme, in un bacino assistenziale, elettorale, clientelare, trascurato e preda del malaffare e della criminalità.

Eppure, nonostante da decenni tutti i governi mettano all’ordine del giorno il Mezzogiorno e il suo rilancio, il risultato è sempre stato poco o niente. Anzi, per certi versi il quadro è peggiorato e il Sud era e rimane il vero grande problema del Paese, incredibile ma vero. Sia chiaro, siamo alle solite, perché il centrodestra, su 76 anni di repubblica ha governato solo per 9. Negli altri 67 è stato il cattocomunismo a fare da padrone, Dc e Pci prima e Pci-Pds-Ds-Pd dopo. Adesso con l’arrivo dei grillini la crisi del Sud è peggiorata. Basterebbe pensare al reddito di cittadinanza. Perché sia chiaro, è stata proprio la cultura dell’assistenza, del paga Pantalone, del posto fisso per scambio elettorale, che assieme al malaffare ha sprofondato il mezzogiorno in un ritardo ed una arretratezza economica che gridano vendetta.

Al contrario, sarebbe servita la cultura dello sviluppo, dello stimoloall’intrapresa, della libera iniziativa, con, sostegni, semplificazioni amministrative fiscali, un’oasi del sud per vantaggi tali da sostenere l’intraprendenza di tantissima gente eccezionale che lasciata libera di fare avrebbe dato vita altroché ad una nuova rivoluzione produttiva e industriale. Pensate se il Sud fosse cresciuto agli stessi ritmi del Nord, come saremmo stati sia in termini di Pil, che di debito e spesa pubblica.

Avremmo in Europa mangiato in testa a tutti, a partire dall’asse franco-tedesco che invece pone e dispone e ci obbliga a pietire risorse e concessioni. Ecco perché diciamo che sul Recovery Fund serve che un capitolo speciale e coraggioso sia dedicato esclusivamente al Sud e al suo futuro che coincide con quello di tutto il Paese. Nei prossimi anni in Italia a fare la vera differenza potrà essere solamente un rilancio grande del Sud e delle sue potenzialità straordinarie, altrimenti non se ne esce. Dopodiché, la domanda è una sola: potrà la stessa politica cattocomunista, statalista, assistenzialista, pauperista, che ha rovinato l’Italia e il Sud, essere in grado, assieme ai grillini, che sono addirittura peggio, riuscire a risollevare il Mezzogiorno? Ovviamente no.

Serve un cambio di politica, di maggioranza e di governo, serve una opzione alternativa ai cattocomunisti. Anzi, a proposito di grillini, oggi siamo a Pantelleria, isola spettacolare alla quale la nostra testata è molto legata, visto che fino al 2010 aveva un’edizione speciale dedicata proprio a Pantelleria che adesso è governata dai 5 stelle. Ebbene, vi diciamo l’ultima: sull’isola a parte i gli immigrati illegali, sbarcano i giornali sportivi e qualche testata solita che non nominiamo ma non arrivano altri quotidiani. Ma c’è di più, perché sembra che siano negate le licenze per vendere giornali non solo a chi vorrebbe correggere questo minus ma storicamente rappresenta punti di aggregazione e di cultura, magari non gradita agli estimatori di Nicolás Maduro e della Cina, e visto che siamo in Sicilia: così è se vi pare.

ALFREDO MOSCA