Lo hanno annunciato come il progetto del secolo ma non hanno trovato ancora nessuno per realizzarlo e lo mantengono in silenzio finché sarà possibile. La telenovela sulla costruzione della nuova Cancelleria Consolare di Montevideo subisce un brusco stop che a questo punto mette seriamente in discussione la sopravvivenza di un’opera mai iniziata perché esiste il rischio concreto che questa sia l’ennesima promessa partita da Roma a finire nel dimenticatoio nonostante i quasi 30mila dollari già intascati dallo studio di architettura Aneiros Diaz per l’incarico di progettazione. In un documento di pochi giorni fa scovato sul proprio sito, l’Ambasciata ha dichiarato conclusa la procedura per l’affidamento dei lavori per la costruzione della palazzina senza aver potuto individuare un aggiudicatario perché -si legge nel documento- tutte le offerte presentate dalle ditte sono risultate "irregolari o inammissibili".

A prendere la decisione è stata una commissione composta dall’ambasciatore Giovanni Iannuzzi insieme all’ingegnere Christian Savarese e l’architetto Gaston Verdier come decretato dal responsabile unico di questo procedimento, il primo segretario dell’Ambasciata Alessandro Costa. Che cosa è successo quindi? Possibile che a Montevideo non ci sia nessuna ditta in grado di portare avanti questo lavoro? In una città in grande trasformazione piena zeppa di cantieri questa notizia appare molto strana, di certo inaspettata. Cosa si nasconde dietro questa clamorosa frenata che si sta cercando di occultare? Sono state scoperte delle irregolarità? Un’opera così importante, dal valore di oltre un milione di euro, può davvero finire così? Cosa succederà adesso?

L’Ambasciata si limita a dire che provvederà alla "relativa comunicazione sul portale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione" senza aggiungere altro. E poi? Si attendono delucidazioni dal sottosegretario Ricardo Merlo, principale artefice oltre che sponsor politico del nuovo consolato sbandierato sempre come una sua conquista per raccogliere consenso. Questa storia non fa piacere, anzi, ben vengano tutti gli accertamenti per evitare eventuali irregolarità. Così come la stragrande maggioranza della comunità locale, anche Gente d’Italia ha sempre ribadito che le priorità in Uruguay oggi sono altre partendo dalla necessità del potenziamento del personale in organico per poter velocizzare le pratiche: questo è ciò che realmente interessa ai cittadini molto più degli edifici di oro che serviranno solo a far star comodo il console di turno dato che per il resto tutto resterà pressoché invariato.

Negli ultimi mesi il caso del Consolato di Montevideo ha ricevuto grande attenzione mediatica; le denunce di Gente d’Italia sono state riprese da altri organi di stampa provocando diverse interrogazioni parlamentari con la richiesta di chiarimenti al ministero degli Esteri. Sono tanti i sospetti che si stanno accumulando su questa vicenda partita da una dichiarazione di Merlo dell’ottobre del 2018 e proseguita poi tra innumerevoli promesse, strumentalizzazioni politiche, polemiche e silenzi inquietanti da parte delle istituzioni. I dubbi, come già detto, riguardano le reali motivazioni del progetto e poi soprattutto le tempistiche scelte in ogni fase tra le quali si ricordano i dieci giorni per l’incarico di progettazione e un mese per il bando per la costruzione pubblicato a maggio nel mezzo dell’emergenza del coronavirus con gli italiani bloccati. Con questo brusco stop volutamente nascosto adesso arriva l’ultima sorpresa di un fallimento annunciato che rischia di avere conseguenze sempre più gravi.

MATTEO FORCINITI