Un soggetto sano possiede già i suoi meccanismi di difesa endogeni utili a mantenere l’integrità biologica e l’individualità biochimica del proprio corpo, fornendo in modo genuino ciò che comunemente chiamiamo difese immunitarie. La prevenzione primaria – è noto - facilita molto questo compito se si segue una corretta alimentazione, privilegiando la dieta mediterranea e un’adeguata attività motoria, eliminando il fumo e l’alcool con uno stile di vita semplice e sano.

Tuttavia in alcuni casi può essere utile un aiuto con vari rimedi farmaceutici e non; in primis per i soggetti più a rischio vale a dire anziani over 60 e/o con patologie, ma in tale periodo pandemico anche per fasce di popolazione più giovane, studenti, lavoratori e ovviamente tutto il personale sanitario, è senza dubbio raccomandabile il vaccino antinfluenzale per evitare complicanze dovute a sovrapposizione di sintomi e, dunque, a facilitare l’approccio diagnostico al medico, evitando ulteriori sovraffollamenti al pronto soccorso ed ai reparti ospedalieri, peraltro già in evidenti condizioni di criticità.

Esistono poi alcuni farmaci definiti pseudo-vaccini, costituiti da lisati batterici che aiuterebbero le vie respiratorie a difendersi meglio, nonché alcuni immunostimolanti a base di polipeptidi in grado di stimolare le difese immunitarie dell’organismo; vengono prescritti a bambini ed anziani nel cambio di stagione per cicli di almeno tre mesi. Da alcuni anni, inoltre, risultano noti alcuni principi naturali contenuti in integratori e nutraceutici presenti in farmacia. E’ il caso della Lattoferrina (o Lattotransferrina), proteina globulare multifunzionale presente nel latte vaccino, nel colostro e in alcune secrezioni mucose (lacrime, saliva), con proprietà antimicrobiche dovute alla capacità di legare il ferro e di aggredire le membrane cellulari batteriche; la sua azione sui glicosaminoglicani inibirebbe l’ingresso dei virus nelle cellule.

Tra i flavonoidi, invece, di sicuro interesse la Quercetina, per l’esattezza un flavonolo contenuto in molte specie vegetali (ippocastano, calendula, iperico, ginkgo biloba) ma anche in alimenti ed ortaggi comuni come la cipolla rossa, il radicchio, capperi, uva, mele; secondo un recente studio del Cnr in collaborazione con l’Università di Zaragoza, la Quercetina destabilizzerebbe una delle proteine (3CLPro) fondamentali per la replicazione del coronavirus SARSCOV 2 (International Journal of biological macromolecules). Tale flavonolo, inoltre, è già noto per le sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antistaminiche e risulta ben tollerato anche dal punto di vista farmacocinetico.

Altro fitocomplesso utilizzato quale coadiuvante è quello estratto da Adrographis paniculata, specie erbacea perenne originaria dell’India e dello Sri Lanka, nota anche come echinacea indiana; il principio attivo è la carmantina, un lattone diterpenico utile per le vie respiratorie, che stimolerebbe le difese immunitarie contro batteri e virus. L’Echinacea angustifolia (o purpurea) è un’Asteracea, nota per l’azione immunostimolante a livello dei macrofagi, promuovendone l’attività citotossica nei confronti di alcuni microrganismi patogeni; il suo firocomplesso include una porzione apolare con oli essenziali, una di media polarità con glucosidi (echinacoside) ed una parte polare ricca di polisaccaridi interessanti dal punto di vista farmacologico.

Si utilizzano la tintura madre, l’estratto fluido o l’estratto secco. Spesso l’ Echinacea si associa ad un’altra interessantissima specie botanica molto comune: Ribes nigrum, che produce frutti del sottobosco e gemme ricche di oli essenziali, flavonoidi e glicosidi. Si utilizza prevalentemente il gemmoderivato, ovvero macerato glicerico ottenuto per macerazione delle gemme, costituite di tessuti meristematici, con cellule giovani capaci di intensa attività metabolica. La sua azione cortison like deriverebbe dall’attività stimolante sulle ghiandole surrenali, aumentando la produzione di steroidi endogeni (cortisolo), di qui l’effetto antinfiammatorio ed antistaminico utile anche nella prevenzione di patologie da raffreddamento.

Tra i frutti esotici vale la pena ricordare la Papaia, dal cui lattice ottenuto per incisione in periodo di maturazione si estrae un enzima proteolitico (papaina) ed altri componenti come la vitamina A e C. Attraverso un lungo processo di fermentazione batterica si ottiene la papaia fermentata, cui si attribuiscono interessanti proprietà antiossidanti contrastanti lo stress ossidativo cellulare e favorenti allo stesso tempo effetti riepitelizzanti sulla riparazione cellulare. In ogni caso è bene seguire il consiglio del medico o del farmacista sull’uso corretto dei preparati e sulla tipologia degli estratti vegetali, sul loro titolo e sulla standardizzazione dei principi attivi, evitando di assumere prodotti inefficaci e talvolta inutili o addirittura dannosi per eventuali interazioni con altri farmaci e/o con alcuni alimenti.