E' iniziata, la fuga verso le seconde case. Così come la ricerca di un posto confortevole, magari in campagna e con spazi aperti, dove trascorrere il prossimo, ipotetico confinamento. "Gli italiani, questa volta, non vogliono farsi trovare impreparati. Si stanno organizzando": Marco Celani, presidente AIGAB Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi e AD di Italianway, il primo player italiano del settore degli affitti brevi, commenta così ad HuffPost quel fenomeno che potremmo chiamare "holiday lockdown": "Le persone si chiedono: 'Dove me lo faccio il lockdown? A Roma, Milano, Torino, dove abito, oppure me lo faccio lontano dal caos cittadino?'. C'è chi si trasferisce nel paesino della nonna dove ha una seconda casa, chi torna al Sud, c'è il milanese che decide di affittare un casale in Umbria o in Toscana per tre settimane ('e se prolungano il lockdown poi vediamo'), c'è chi preferisce non allontanarsi troppo, ma vuole comunque cambiare scenario, memore della clausura di marzo e aprile".

La tendenza a lavorare da un posto diverso da casa propria, secondo Celani, è in atto già da questa estate. Italianway stima che sulle 87mila notti vendute da inizio anno, il 20% è all'insegna dell'holiday working: ciò significa che ben 17.400 prenotazioni sono state effettuate da persone che intendevano unire lavoro da remoto e soggiorno in un luogo piacevole. Un fenomeno che non accenna a placarsi. Anche perché i prezzi non sono elevatissimi e vivere fuori dalle grandi città costa meno: "Abbiamo registrato un boom di mete secondarie, dove le tariffe sono tutt'altro che stellari: Abruzzo, Marche, il paesino montano dove nessuno prima d'ora pensava di andare. Inoltre in vista del prossimo lockdown stiamo notando la tendenza ad organizzarsi insieme ad altre persone: così i costi possono essere facilmente divisi".

È il caso di Antonio Petrone, 43 anni, di Lucera, storico dell'arte, che questo confinamento ha deciso di organizzarselo in anticipo e che su Facebook ha addirittura lanciato un appello: "AAA cercasi coinquilini per il prossimo lockdown (non è uno scherzo) - scrive -. Speriamo di no, ma sento che il prossimo lockdown è alle porte e io non ho nessuna voglia di passarlo in casa da solo: l'esperienza Zen l'ho già fatta e lievitare in salotto non è poi così divertente. Dunque propongo: affittiamo un grande casolare tra gli alberi, con camini e tante stanze. Si preferiranno musicisti, attori, filosofi, artigiani e camminatori, ma sono benvenuti tutti purché simpatici e intelligenti". Le adesioni - ci racconta - sono arrivate numerose: "Il primo lockdown è stato imprevisto e anche molto duro. Ora sappiamo a cosa andiamo incontro. La mia idea nasce dalla voglia di risolvere due dei problemi più grandi: la solitudine e la sensazione di non respirare, di non poter uscire all'aria aperta. Abbiamo trovato una casa meravigliosa, nel Gargano, rigorosamente vista mare e con molti spazi comuni dove incontrarci".

Simile l'iniziativa presa da Alice Buscemi, palermitana, di 29 anni. La sua proposta è quella di affittare una villa in Sicilia insieme a ragazzi e ragazze che lavorano nel digitale per un obiettivo comune, cioè quello di validare un progetto e farlo diventare una startup. "È vero che non possiamo cambiare le cose, ma neanche starcene con le mani in mano - racconta ad HuffPost - L'idea di farmi la 'vacanzetta' non mi è mai piaciuta. Mi piace invece il pensiero di utilizzare un periodo morto per creare qualcosa di innovativo, di unire le menti di persone con background diversi". Anche in questo caso, le adesioni al suo annuncio su Facebook sono state molte: "Se andrà in porto - aggiunge Alice - si tratterà anche di un esperimento sociale perché saremo una decina di sconosciuti che per la prima volta si ritroveranno a lavorare e a vivere insieme. Ma a chi non piacciono le sfide?".

Rachele, invece, è già partita. Ha preso il suo computer, ha fatto la valigia e già da qualche giorno vive a Subiaco, vicino a Roma, nella seconda casa di famiglia. Anche il suo fidanzato Marco lavora da remoto e non se l'è fatto ripetere due volte quando lei gli ha detto: "Andiamo". I due non hanno alcuna intenzione di tornare a casa, almeno per il momento. "Qui i ritmi sono più lenti, di giorno ci dedichiamo al nostro lavoro e ci concediamo qualche passeggiata nella natura - raccontano ad HuffPost -. Sembra la solita favoletta di quanto è bello lo smart working, ma per noi è proprio così. Ritrovarsi nei paesini ha poi il vantaggio di far girare l'economia di questi posti che solitamente, soprattutto in questo momento dell'anno, sono 'addormentati'". Rachele e Marco non hanno dubbi: "Se ci sarà un lockdown - dicono - lo passeremo qui".

Trasferirsi di punto in bianco, sia nelle seconde case sia in una casa in affitto, non è più una di quelle decisioni che richiedono grosse riflessioni. Secondo Marco Celani, questo nuovo tipo di turismo è rivoluzionario anche sotto il profilo organizzativo: "Sono aumentate incredibilmente le prenotazioni sotto data. Prima, a Roma, si prenotava un soggiorno con minimo otto mesi di anticipo. Ora siamo a quattro giorni. Del resto, se so che i miei figli sono in didattica a distanza, se io e la mia compagna possiamo lavorare da remoto, perché non pensare di trasferirci per un periodo di tempo altrove? Al di là del lockdown, pensare di cambiare scenario per un mese e trasferirmi, ad esempio, in Sicilia, può essere allettante. Può stimolarmi e rendermi più produttivo".