Altolà, di qui non si passa. Il veto opposto da Polonia e Ungheria ha bloccato, di fatto, l'accordo sul Bilancio europeo 2021-2027 dopo che, nella riunione degli ambasciatori, con un voto a maggioranza qualificata, era stato acceso il "semaforo semaforo" verde all'accordo tra Consiglio ed Eurocamera sulla condizionalità dello Stato di diritto. Lo stop è arrivato dagli ambasciatori dei due Paesi del blocco di Visegrad nel corso della riunione del Coreper, che riunisce i 27 rappresentanti degli Stati membri. Come ha spiegato, su Twitter, il portavoce della Presidenza tedesca del Consiglio Ue, Sebastian Fischer, in sostanza è stata "bocciata" la decisione sulle risorse proprie, che deve essere approvata dagli Stati prima di ricevere la ratifica dalle autorità di bilancio nazionali ed entrare in vigore (è la base giuridica per costituire la garanzia per il finanziamento del Recovery Plan). Budapest e Varsavia hanno "espresso la loro opposizione rispetto ad un elemento del pacchetto, la condizionalità, ma non sulla sostanza dell'accordo sul Bilancio" ha spiegato Fischer. Di tutt'altro avviso il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs il quale, sempre via social, ha avvertito: "Non possiamo sostenere il piano nella sua forma attuale, che lega i criteri dello Stato di diritto alla decisioni sul bilancio. Va contro le conclusioni del Consiglio Europeo di luglio". Dal canto suo, Zbigniew Ziobro, ministro della giustizia polacco, ha descritto il meccanismo dello "stato di diritto" come un tentativo della presidenza tedesca di controllare la Polonia. La clausola in questione prevedeva la possibilità di bloccare l'esborso delle risorse europee a Paesi come Ungheria e Polonia appunto, ritenuti colpevoli di violazioni di principi fondamentali come la separazione dei poteri e la libertà di espressione e di informazione. Da qui dunque l'atteggiamento contrario dei due Stati del blocco di Visegrad. A questo punto, il niet rischia di mettere in "stand-by" l'accordo sul bilancio Ue e quindi dello stesso Recovery fund. "Negare all’intera Europa i finanziamenti per la crisi nella peggiore crisi da decenni, è irresponsabile", ha sbottato, su Twitter, il presidente del gruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber. La patata bollente passa ora nelle mani dei capi di Stato e di governo che dovranno vedersi in videoconferenza il prossimo 19 novembre.