Mes: un passo avanti ed uno indietro. Roberto Gualtieri prova a tracciare la strada che conduce al "prestito sanitario" previsto dal meccanismo europeo di stabilità. Ed è una strada tutto sommato semplice quella indicata dall'esponente del governo giallorosso: non opporsi, in sede di Eurogruppo, alla riforma del "fondo salvastati". A patto, però, che sull'utilizzo del "fondo salvastati" sia poi il Parlamento italiano ad esprimersi pronunciando l'ultima parola.

GUALTIERI IN AUDIZIONE
In un'audizione congiunta svoltasi davanti a sei commissioni di Camera e Senato, il ministro dell'Economia ha di fatto "sdoganato" l'eventuale ripensamento del "prestito europeo" il cui eventuale impiego tante critiche ha suscitato, finora, sia tra i banchi della maggioranza, sia tra quelli dell'opposizione, dove è diventato oggetto di un vero e proprio scontro-confronto "bipartisan".

RIFORME DECISE IN PARLAMENTO
"Le decisioni che verranno prese dall'Eurogruppo" sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità "non investono in alcun modo l'utilizzo del Mes. La riforma è cosa distinta dalla scelta se usare o meno il Mes sanitario. Su questo esistono posizioni diverse nel Parlamento e nella stessa maggioranza, e ogni decisione dovrà essere condivisa dall'intera maggioranza e approvata dal Parlamento" ha precisato il ministro dell'Economia.

NESSUN VETO SULLA RIFORMA DEL MES
Tuttavia, "nelle trattative all'Eurogruppo sulla riforma del Mes il mandato per me è chiaro ed io agirò in quello che è ancora un negoziato sulla base di un mandato chiaro. Sarebbe contraddire le indicazioni del Parlamento se il Ministro andasse a porre un veto" ha precisato Gualtieri garantendo, in tal modo, l'assenso-consenso al restyling del prestito sanitario made in Ue. Insomma: "non porrò veti, lo scenario è profondamente mutato, a causa del Covid, rispetto a un anno fa" ha argomentato l'esponente del governo Conte. Anche perché "un mancato accordo sul common backstop - ha precisato - sarebbe estremamente negativo".

SARA' IL PARLAMENTO A DECIDERE
Insomma, l'Italia non porrà alcun veto in Europa. E la riforma complessiva del Mes potrà avvenire così come recitano i dettami di Bruxelles. Ovviamente l'eventuale via libera alla "rivisitazione" del Meccanismo europeo di stabilità non implicherà in automatico anche il suo utilizzo sul quale sarà, anzi, il Parlamento a decidere. Questa, in estrema sintesi, la posizione assunta da Gualtieri e dunque dal governo italiano. Ma proprio tale posizione, inevitabilmente ha finito col rinfocolare il dibattito politico italiano.

IL DIBATTITO SI RIACCENDE
"Bisogna sostenere il ministro Gualtieri nel suo contributo a migliorare gli strumenti tecnici a disposizione degli Stati e per la chiusura dell'accordo nell'ambito dell'Eurogruppo, gli attacchi indeboliscono il Paese" ha commentato la senatrice Tatjana Rojc del Pd. Ma "la nostra priorità è il Recovery Fund mentre il dibattito sulla riforma del Mes non ci entusiasma perché superflua e astorica. Con noi in maggioranza, l'Italia non ricorrerà al fondo Salva Stati" la replica, in una nota, dei deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Politiche Ue. "Gualtieri si appresta a firmare una cambiale in bianco alla Troika, dando via libera alla riforma Mes" sbotta, dal canto suo, il senatore di Fratelli d'Italia, Adolfo Urso.