A Giuseppe Conte servono 18 voti per restare in sella. E spera di "trovarli" in questi giorni. Tra lunedì e martedì, infatti, potrebbe esserci la verifica prima alla Camera e poi al Senato. Il premier, col sostegno di Pd e M5S, spera di convogliare attorno alle sue posizioni un numero sufficiente di "responsabili", che avrebbe già individuato: i centristi del gruppo Forza Italia-Udc, disponibili a evitare una crisi istituzionale in questo momento così delicato. In cambio, ovviamente, di qualche poltrona.

Ha chiesto tempo il premier uscente a Mattarella, quando ha preso l'interim dell'Agricoltura e ha manifestato la volontà di andare in Aula, ma solo a inizio della prossima settimana, per un chiarimento. Nessuna volontà di ricucire con Italia Viva, ma anche nessuna fretta. Quella che invece sembrano avere Matteo Salvini e lo stesso Silvio Berlusconi. Anche perché, si sa, più tempo passa e più aumentano le possibilità che qualche "responsabile" si convinca di essere tale.

"Mi preoccupo per il rischio che la crisi politica che si è aperta aggravi la paralisi decisionale del Paese in un momento così difficile. Qualunque sia la soluzione, è necessario attuarla al più presto, senza perdere neppure un giorno nei tatticismi della politica di palazzo", le parole contenute nella nota con cui il Cavaliere ha rassicurato sulle sue condizioni dopo il ricovero in ospedale a Montecarlo. 

Ancor più esplicito l'invito del leader della Lega, che vorrebbe addirittura che Conte riferisse alle Camere già domani: "È quello che ho chiesto al Presidente Mattarella, a nome di 60 milioni di italiani che non stanno capendo che succede. Conte non può star lì altri giorni senza chiarire: o presenta le dimissioni al Quirinale o viene in Parlamento domani stesso a dirci se ha trovato per strada qualche senatore".