Le origini risalgono al 1936. Italian Charities of America, oggi presieduta da Domenic Giampino,  fu fondata da Anthony P. Savarese nel Queens, a New York e la prima missione fu quella di aiutare gli emigranti italiani appena arrivati negli Stati Uniti, nella grande New York. Da quei giorni poi l'attività si è allargata, la sede è stata spostata ad Elmhurst, sempre nel Queens, era il 1951. Una organizzazione non profit che ha sempre offerto aiuto, affetto a tutta la grande comunità italo-americana, attraverso eventi, programmi, lezioni di lingua.

Un edificio, dove Italian Charities of America è ospitata, che durante tutti questi anni è stato un centro per anziani, ha accolto programmi destinati ai più bisognosi, in quelle stanze si è svolta la base delle attività. Poi è arrivata la pandemia, ma anche con la sospensione di tutte quelle attività che prevedevano la presenza fisica, contatti, la missione non si è fermata. E tra le tante funzioni portate avanti c'è anche quella didattica, l'insegnamento delle lingue. E se svolgere corsi, lezioni di italiano può anche essere normale, ecco che Italian Charities of America si distingue per un programma davvero unico: infatti è la stata la prima associazione italo-americana che negli States ha lanciato corsi di lingua siciliana e a distanza di 12 anni dalla prima volta, era il 2009, ecco che anche adesso chi vuole imparare o perfezionare il proprio siciliano può continuare a farlo.

Insegnante madrelingue, lezioni che cominceranno il 6 marzo per concludersi il 29 maggio, 12 appuntamenti di 90' ciascuno, tutti attraverso la piattaforma Zoom. "Siamo orgogliosi di poter offrire un corso così speciale - spiegano alla Italian Charities of America - un modo per promuovere e insegnare la lingua siciliana. Per la prima volta l'abbiamo introdotto nel 2009 e da quel giorno offriamo questa opportunità unica". Per potersi svolgere, il corso prevede la presenza minima di 6 allievi che dovranno pagare un costo di 165 dollari e c'è anche un libro di testo. I siculo-americani, siciliani di nascita o origine che risiedono negli Stati Uniti, rappresentano il gruppo più importante e numeroso all'interno degli italo-americani.

I primi siciliani ad arrivare in America furono missionari ed esploratori nel XVII secolo per poi aumentare in maniera esponenziale tra la fine dell'800 e i primi del '900, oltre 100.000 emigranti in quel periodo e allora c'erano collegamenti via mare diretti dai due porti in Sicilia, Palermo e Castellammare del Golfo. Oggi le comunità più  numerose di discendenti di siciliani si possono trovare ovviamente a New York, ma anche in Florida, Tampa, Orlando e Miami per poi andare nell'Illinois, Chicago in primis e la California, da Los Angeles a San Francisco, un po' in tutti gli USA. Ma la lingua? È il 'sicilianu' e spesso viene indicato come dialetto, ma si può affermare, senza paura di essere smentiti, nemmeno dagli studiosi, che si tratti di una autentica lingua. E in Sicilia ci sono anche alcuni comuni, da Bivona in provincia di Agrigento fino a Caltagirone e Grammichele nel catanese, che nei loro statuti hanno riconosciuto in maniera ufficiale la lingua siciliana 'come valore storico e culturale inalienabile'.

Ma sempre nello stato di New York, sede a Mineola, c'è anche, guidata dal prof. Gaetano Cipolla, Arba Sicula, organizzazione internazionale non-profit che promuove la lingua e la cultura della Sicilia attraverso la pubblicazione di riviste bilingue, inglese e siciliano, che spaziano dall'arte alla letteratura, dalla storia alla cucina fino al folklore di un'isola speciale che racchiude dentro di sé meraviglie inenarrabili. E grazie a queste organizzazioni, a cominciare da Italian Charities of America, si può entrare nei segreti di una lingua/dialetto raccontata anche Dante Alighieri nel 'De vulgari eloquentia'.

Roberto Zanni