di Gabriella Cerami

Nel segno del passato con tanto di “uno vale uno”. Voto su Rousseau, ricambio generazionale nelle Istituzioni, limite dei due mandati, no ai gruppi di potere, formazione prima di potersi candidare, selezione meritocratica, spazi di confronto con gli eletti. Davide Casaleggio lancia con Enrica Sabatini il suo “Manifesto ControVento” contro quella che definisce “la Gomorra della politica”. Siamo nel momento di massima rottura con il Movimento 5 Stelle e con Beppe Grillo. Nel momento in cui la gran parte dei parlamentari pentastellati vogliono il divorzio dall’Associazione Rousseau. Invece, sostiene il figlio del co-fondatore, con il manifesto ControVento “sicuramente i rapporti col M5S saranno più chiari”. Nuovo partito o progetto politico? Il presidente di Rousseau risponde: “Penso che sisia chiarito cosa è questo manifesto... è un manifesto di metodo. La presentazione è stata chiara”.

Si tratta di un manifesto sul metodo, lo definisce così il presidente dell’Associazione Rousseau che, durante un webinar, lancia un percorso per aprire un dibattito. Di innovativo però c’è ben poco piuttosto il figlio del co-fondatore ricorda, nei fatti, tutto ciò che è contenuto nel codice etico grillino che, da quando il Movimento è andato al governo, si è osservato sempre meno.

Per questo, soprattutto nella fase iniziale, cita più volte il padre e fa riferimento a un libro scritto da Beppe Grillo, da Gianroberto Casaleggio e Dario Fo. Quasi a voler ricordare al leader M5s quali sono, secondo lui, le vere radici. Una provocazione insomma. Prima di tutto spiega il significato di ControVento.

È in “ricordo di una targa che mio padre ha deciso di apporre fuori dal cancello della sua casa di Ivrea”, spiega il presidente dell’Associazione Rousseau. “Rappresenta un disegno di Guareschi. È solo controvento che si può decollare, contro i luoghi comuni i luoghi dell’ingiustizia, la ‘Gomorra della politica’”. E poi ancora: “Contro tutto ciò che ha fatto male all’Italia. È un sentire che penso sia comune a molti: riuscire a decollare e correre controvento”.

Ecco il libro scritto a sei mani “Il grillo canta sempre al tramonto”. Casaleggio jr ricorda che contiene la pubblicazione di un discorso, quello di Pericle declamato davanti agli ateniesi. Ha tanti spunti che anche oggi possiamo utilizzare come base per costruire un manifesto di metodo. ‘Qui ad Atene non cacciamo mai lo straniero’ diceva Pericle: mi piacerebbe poter dire qui in Rousseau noi facciamo così”. Lo straniero in questo caso è il dissente, colui che è stato cacciato dal Movimento per aver votato contro il governo Draghi.

A questo proposito Sabatini dice che la consultazione online “ha determinato cicatrici enormi all’interno del Movimento, perché si è passati a criticare il metodo, a contestare se quel metodo di scelta fosse corretto o meno, se il quesito fosse corretto o meno”. Quindi “dobbiamo essere lucidi ed onesti intellettualmente: l’esperienza di partecipazione deve essere migliorata”.

E qui la stilettata: “Non si può utilizzare il voto per ratificare una decisione assunta a priori o per rafforzare una determinata leadership o limitare le minoranze. Le regole non sono scritte per gli amici: devono essere esenti da conflitti di interessi, devono essere neutre e non sviluppare sentimenti di ingiustizia. È necessario che la trasparenza diventi una mentalità’”.

Fermo restando che Casaleggio non vuole fondare un nuovo partito né lavorare a un nuovo progetto politico, stando a ciò che dice, bisognerà capire come e quanto la sua idea di Rousseau sia ancora compatibile con il Movimento 5 Stelle a trazione governativa e guidato da Giuseppe Conte.