di Matteo Forciniti

L’Uruguay ha iniziato da una decina di giorni la campagna di vaccinazione contro il coronavirus e il dibattito tra favorevoli e contrari si è aperto anche all’interno della collettività italiana divisa fra chi ritiene che si dovrebbe intervenire e chi invece pensa che sia meglio mantenersi neutrale. Dopo aver coinvolto le associazioni di Montevideo Gente d’Italia si sposta nell’interno dove prevale una posizione di maggiore neutralità nel pieno rispetto delle scelte personali di ogni persona di fronte all’idea di vaccinarsi o meno.

“Io mi vaccinerò perché ci sono molti buoni motivi per farlo ovviamente pensando in un’ottica comunitaria e non solo personale” afferma Flavio Fuccaro del Centro Culturale Italiano di Paysandú. “Come associazione invece la situazione è un po’ particolare ma credo che l’unica cosa che potremmo fare è portare la nostra testimonianza di come è stato difficile quest’anno. Il vaccino è un’opportunità perché ci consentirà di ritornare alla vita normale ma la scelta è libera quindi ognuno scelga cosa fare pensando però anche agli altri e a tutto il momento difficile che abbiamo trascorso insieme come società”.

Si dice favorevole anche Miguel Bombaci della Società Italiana Vittorio Emanuele II di Carmelo: “Noi potremmo solo diffondere un’opinione positiva della vaccinazione sulla base dei danni causati dalla malattia nei nostri due paesi e nel mondo, sottolineando specialmente quanto accaduto in Italia”.

Da San José il presidente della Società Italiana Miguel Senattore sostiene: “Vaccinarsi è una decisione personale, anzi, direi proprio personalissima. Noi non possiamo intervenire né per una parte e né per l’altra, spetta alle persone decidere, ognuno faccia un buon uso del suo libero arbitrio. Io personalmente lo farò quando sarà il mio turno perché da bambino mi hanno sempre insegnato che i vaccini sono un gran beneficio ma, ripeto, è una decisione personale”.

Sulla stessa posizione si trovano Santa Lucía e Pando, due località del dipartimento di Canelones. Nel primo caso il presidente della Società Italiana Jorge Lamela: “Abbiamo affrontato l’argomento nella commissione direttiva e consideriamo che la decisione di vaccinarsi o meno è individuale. Tutti noi comunque la faremo”.

Il Circolo Italiano di Pando si esprime attraverso le parole del presidente Eduardo Martino: “La scelta di vaccinarsi è assolutamente personale. Tutti noi riteniamo che ogni persona deve informarsi adeguatamente e decidere responsabilmente e liberamente se farsi il vaccino oppure no. Di certo noi non possiamo intervenire”.

Anche Diego Dotti della Famiglia Piemontese di Colonia Valdense condivide la posizione: “Ci siamo confrontati tra di noi e abbiamo deciso di mantenere l’imparzialità. I soci decidano individualmente se vaccinarsi o meno basandosi sulle informazioni ufficiali che le autorità sanitarie stanno diffondendo”.

“La maggior parte delle persone con cui ho parlato si vaccineranno” racconta, da Salto, Maria Teresa Galvalisi della Società Italiana: “La scelta però è individuale, noi non possiamo influenzare le decisioni personali di ognuno”.

Dario Camirotti della Società Italiana di Flores ha un’opinione diversa e nutre molti dubbi al riguardo: “Innanzitutto perché esistono diversi vaccini disponibili e poi soprattutto perché l’atto di firmare un consenso per vaccinarsi lascia delle forti incertezze nella popolazione”.

“Storicamente la collettività italiana in Uruguay è sempre stata molto solidale” -prosegue Camirotti- “questa situazione però è diversa, credo che non debba intervenire attivamente per una campagna di promozione del vaccino dato che questo è un compito delle autorità sanitarie e governative. Al limite, l’unica cosa che sento che si potrebbe fare è quella di richiedere maggiori informazioni su tutti i vaccini disponibili”.

Il giro degli interventi si conclude a Rivera dove si registrano i pareri di Alfredo Parteli e Ana Carneiro. Il primo che è il rappresentante del Circolo Trentino afferma: “Credo che la collettività italiana dovrebbe fare una campagna di promozione del vaccino contribuendo a diffondere informazioni corrette pensando inoltre che al suo interno la maggior parte delle persone ha più di sessant’anni”.

Più cauta invece Ana Carneiro del Circolo Italiano: “Io sono assolutamente favorevole al vaccino perché ritengo che sia il modo più rapido per poter tornare ad avere una vita normale. Detto questo però non penso che un’associazione come la nostra possa intervenire su un argomento così delicato”.