di FRANCO ESPOSITO

Come la Vespa? Non proprio, però qualcosa di affine è palpabile. Da un mito italiano a una storia italiana. Questa: la gloriosa Moto Guzzi compie cento anni. Il marchio dell’aquila festeggia un secolo di vita. I suoi primi cento anni da protagonista di una lunga serie di successi sportivi, motoristici, e non solo. Andò di moda negli anni Sessanta e in quelli immediatamente successivi. Una moto Guzzi, ai tempi, rappresentava (e per molti versi tuttora rappresenta) un motivo di vanto e di orgoglio per i giovani italiani che ebbero la fortuna di possederne una. Moto Guzzi prima della classe, a leggerne la targa Gilera e Rumi. Andava così il mondo della moto in Italia, sulle due ruote si viaggiava soprattutto in sella a una Guzzi. Vola l’aquila della Moto Guzzi nella celebrazione dei suoi cento anni. L’atto di nascita nel 1921, il 19 marzo, nello studio di un notaio genovese, Soci fondatori l’armatore Emanuele Vittorio Parodi, suo figlio Giorgio e l’amico Carlo Guzzi. Da allora, tutte le moto Guzzi sono state costruite nel mitico stabilimento a Mandello del Lario, sul lago di Como. E tutte progettate sempre in Italia, con l’aquila sul serbatoio dedicata a Giovanni Ravelli, commilitone del terzetto dei fondatori morto durante un volo di collaudo. A Mandello del Lario si è inoltre sviluppata la leggenda della Guzzi nel campo sportivo, ma non motoristico. Il nome, il marchio, il logo, presenti anche sul podio delle olimpiadi del canottaggio. Un quattro con conquistò l’oro ai Giochi. Tanto ad ingigantire la portata del mito Guzzi, presenza storica, ovviamente, nella storia della motorizzazione italiana ed europea. La storia questo racconta. Si chiamò Normale la prima motocicletta prodotta, con 8 cavalli di potenza. La Guzzi G.T. è del 1928, diventata popolare con il nomignolo Norge. Perché Norge? Quella moto completò il raid al Circolo Polare Artico. La medio cilindrata più diffusa in Italia, l’Airone 250, datata 1939, ad annunciare le vittorie sportive. Cominciate in realtà già nel 1921 alla Targa Florio sul classico tosto percorso delle Madonie, in Sicilia. Una marcia trionfale sulle due ruote, fino al ritiro dalle competizioni sportive nel 1957. Quattordici titoli mondiali e undici vittorie al micidiale Tourist Trophy, la più dura delle gare motociclistiche. Il dopoguerra è celebrativo della nascita di nuovi modelli. Primeggiante in campo commerciale il Guzzino 65, nomato Cardellino. La moto più venduta in Europa per oltre dieci anni. E chi non ricorda il popolare Galletto, che è del 1950? In tanti ci siamo imbattuti in questo comodo modello, fratello maggiore della Lodola apparsa sul mercato nel 1975. Moto Guzzi all’avanguardia, sempre. Primizia assoluta del mondo delle due ruote, la sua galleria del vento diventa opera di meravigliosa concretezza nel 1950. La novità favorisce lo sviluppo della Otto Cilindri, la creazione di Giulio Cesare Carcano, in grado di raggiungere i 285 km/h. Sul piano della novità, la Moto Guzzi occupa posizioni di assoluta avanguardia. Se avete qualche dubbio, siete invitati gentilmente a buttare gli occhi e i pensieri sulla storia. Il motore bicilindrico a V di novanta gradi viene provata nelle officine di Mandello sul Lario negli anni Sessanta, e immesso immediatamente sui mercati nazionale e internazionali. Intorno al bicilindrico a V nascono nuovi modelli. Innanzitutto quello denominato V7. I due cilindri Guzzi invadono il mercato. Con le V35 e V50, che portano quasi fatalmente alla California, del 1971, cresciuta di cubatura. California fu una dedica, un omaggio, al mercato statunitense, unitamente ad Ambassador e Eldorado. Adottava la motorizzazione da 850 centimetri cubici, particolarmente adatta alle strade, agli usi e di costumi degli States. Moto Guzzi lascia anche una notevole preziosa eredità sportiva. Presente in modelli come Sport 1100, Centauro, Daytona, Le Mans. Negli anni Novanta la riproposizione con modelli di grande attualità, con la nuova serie California, VII Sport, Nevada. Sensibile a attenta alle mutazioni del mondo, Moto Guzzi trasloca nel Gruppo Piaggio. La storia impone la citazione della data dell’evento, 30 dicembre 2004. L’anno dopo la presentazione della Breva 1100, seguita a settembre dalla Griso, anch’essa 1100 di cilindrata. Ma storia, anch’essa piena di ritorni, registra nel 2006 la nuova presenza della Guzzi nel turismo con la Norge 1200. E non si tratta di un episodio isolato: Stelvio 1200 e 1200 Sport arrivano a fare compagnia alla riproposta della Norge. Quegli anni acquisiscono la precisa caratterizzazione delle rinascite. Tipo quelle della famiglia V7. In successione, California, le nuove V9, la MGX-21, la V85 TT e Flyng Fortess. Nomi e occasioni imperdibili per gli appassionati delle due ruote di tutte le età. In particolare per i patiti dell’enduro. Guzzi è tornata nella media cilindrata enduro con il suo motore 850, oggi utilizzato su tutta la produzione di Mandello del Lario. Ma cosa riserverà la Guzzi ai suoi inguaribili appassionati innumerevoli incorruttibili amanti, all’alba dei suoi secondi cento anni? Intanto, un’evoluzione di maggiore cubatura. Come è nei voti e nelle attese della sua grandiosa famiglia globale. Venticinquemila soci dei moto club dedicati. Cinquantadue sono negli Stati Uniti. A certificare un secolo di gradimento e di successi.