Vaccino, colpita da trombosi dopo il vaccino. Sono settimane che centinaia di milioni di persone si sono domandate e hanno chiesto se quel “dopo” significasse, potesse significare in conseguenza, a causa. Oppure significasse, potesse significare solo e soltanto un dopo temporale. Settimane in cui migliaia, centinaia di medici, biologi, ricercatori e decine di istituzioni nazionali e sovranazionali hanno studiato, analizzato cosa fosse e come andasse trattato quel dopo. Eppure, dopo queste settimane, incuranti e ignari di queste settimane, ancora si deve leggere, ancora si deve veder pubblicate “notizie” dove quel dopo è speso con inconsapevolezza di tutto e, in fondo, anche con disprezzo di chi dovesse leggere. Rapporto causale: mi sono rotto la gamba dopo esser caduto dalle scale. Rapporto casuale: mi sono rotto la gamba dopo aver mangiato l’insalata. Dovrebbe essere chiara e netta la differenza.

Ma causale e casuale lo sbagliano, confondono e mischiano anche nei notiziari tv e non perché s’impappinano con le sillabe ma perché accusano e manifestano un deficit di grammatica e analisi logica contratto in gioventù e protetto da contratto professionale. Però, anche se la differenza spesso non sono in gradi di spiegarla, settimane e settimane di enorme e diffusa pubblica discussione su quel “dopo” dovrebbero rendere chiunque consapevole che una differenza c’è. Almeno chiunque diffonda un dispaccio d’agenzia, pubblichi una notizia (?) su un sito.

E invece no: nella suprema indifferenza al reale e nella totale dissociazione dal reale vanno in rete dei “dopo” tra vaccinazione e trombosi o altro. Ora non è che ci siano molte altre possibilità: o chi pubblica quel “dopo” senza specificare e spiegare è convinto che vaccino faccia trombosi e quindi con quel dopo voglia coscientemente smentire Ema, Aifa, Oms e tutto il resto. Oppure chi pubblica quel dopo è volutamente incosciente. Oppure è indifferente tanto al mondo che all’oggetto del suo agire. Quindi, novizio o priore che sia, ingrossa le fila della setta della mala informazione.

Vaccino e trombosi: maledizione del dopo e i falsi annunci - Mala informazione (?) che non si sostanzia e nutre e manifesta solo nella maledizione di quel “dopo” presentato come parentesi nera tra un vaccino e un vaccinato. Mala informazione produce alla grande roba che fa male alla salute. Dando per sicuro in un titolo assertivo ciò che è solo un’ipotesi di ricerca è far del male alla gente. Può succedere ma non dovrebbe essere una pratica costante. Se il barbiere inavvertitamente una volta mi fa un taglietto con le forbici, se l’infermiera una volta fa fatica e mi provoca dolore cercando la vena per l’iniezione, se l’autista una volta sbaglia strada…Se il danno derivante da errore è episodico, può succedere. Ma se sempre quel barbiere, quell’infermiere, quell’autista…Allora si tratta di incapaci e inadatti alla loro attività e come tali vengono riconosciuti.

Pare invece non accada quando si tratta di infilare nella rete delle comunicazioni forbici spuntate, mani disattente, occhi distratti, menti pigre. Quel “dopo” pubblicato con indifferenza verso il prossimo, quel titolare per certo ciò che è ricerca e altri comportamenti consimili concimano ogni giorno la vasta terra del danno pubblico. Danno pubblico che, in confezioni speciali, è coltivato anche in serra. Serra televisiva, danno pubblico di qualità. Nello spazio tv di Bianca Berlinguer accade che Simona Ventura racconti e spieghi la sua terapia anti Covid e la difenda di fronte alle obiezioni del medico Bassetti in nome della “sua” esperienza e niente meno che in nome del “mio diritto di parola”.

L’uovo e la gallina: da dove principia la mala informazione, dal diritto di parola dell’incompetente ma persona nota, dal culto del vissuto meglio che studiato? O dallo spacciare un “dopo” tra vaccinazione e trombo, tanto qualunque dopo sia è uguale e se uguale non è non compete a me informare ma solo copiare e ripetere a pappagallo molto web e per nulla smart?

RICCARDO GALLI