Canzoni meravigliose di un'Italia che fu. Le canzoni di un mago italiano, Lucio Battisti. Una raccolta di qualità, prestigiosa e romantica, in dodici album. Un catalogo su cui è in corso da anni la lite infinita. Una perizia ufficiale ha stimato in sedici milioni di euro il valore di tutte le canzoni. La società Edizioni Musicali Acqua Azzurra incassa i soldi che derivano dai diritti di sfruttamento della discografia della coppia Mogol-Battisti. La moglie del cantante scomparso ancora giovane, Grazia Letizia Veronesi, e il figlio detengono il 56% della proprietà tramite Aquilone srl; il 9% è di Giulio Rapetti, in arte Mogol; il 35% appartiene a Universal Music, controllata da Vincent Bollorè.

Compariranno presto tutti davanti al giudice. Il prezioso catalogo di canzoni storiche, ovvero l'eredità di Lucio Battisti, è l'oggetto appunto di una lite infinita. Il tribunale di Milano ha nominato intanto un nuovo liquidatore per Edizioni Acqua Azzurra. Il quarto di una serie che rischia di allungarsi e diventare anch'essa infinita. L'Editrice si conferma anche in questa fase un'autentica polveriera, in qualità di custode dello storico catalogo delle canzoni del tandem Mogol-Battisti. Il duo che ha fatto sognare gli italiani, i giovani in particolare, negli anni d'oro della canzone nazionale.

I contrasti mettono i soci l'uno contro l'altro. E ciascuno contro tutti. La moglie e il figlio di Lucio Battisti, Mogol e Bollorè. Non si intravvede una via d'uscita. La guerra è in atto ormai da molto tempo. Anni e ancora anni. Il tribunale di Milano è chiamato a dipanare l'intricata matassa. I protagonisti sono tutti in causa con la loro stessa società. E tutti sono impegnati nella tutela legittima dei propri interessi, nella fattispecie contrapposti. La posta in palio è alta. La perizia effettuata recentemente – quel valore stimato in sedici milioni di euro – potrebbe rappresentare una base d'asta. Ma non è poi detto che un giorno si arrivi a una vera e propria procedura di vendita.

Le notizie sono scarne e spesso in ritardo. Arrivano talora per caso. Su alcuni documenti societari è possibile notare la firma di Luigi Giovanni Saporito, commercialista milanese, legale rappresentante della società. Laddove sembrava che il ruolo di liquidatore fosse esercitato dall'avvocato Gaetano Presti, nominato dal tribunale nel 2016. In seguito ai reiterati litigi tra i soci che paralizzavano di fatto la vita dell'azienda.

L'avvocato Presti, in realtà, aveva mollato tutto e tutti, non prima però di aver ricordato ai soci in guerra che "la più importante ipoteca sul futuro è legata alla causa intrapresa da Luca Battisti, associato con Mogol, per la risoluzione dei contratti delle opere del catalogo". Un ostacolo alla cessione dello stesso, oltre che "alla normale prosecuzione dell'attività della società".

Pietra miliare dell'intera ingarbugliata vicenda una data, 5 marzo 1969. Giorno d'uscita, in piena epoca vinile, del primo album "Lucio Battisti", con i testi di Mogol. Cantante, paroliere e società diventano socio a distanza di pochi giorni. Nasce Acqua Azzurra srl, la casa discografica che incanala tutti i contratti e diritti. Dodici album fino a "Una giornata Uggiosa", l'ultimo album firmato insieme nel 1980. Emozioni, Pensieri e Parole, Il mio canto libero, Ancora tu: il Battisti dalla voce inconfondibile, calamita di consensi, sospiri, bellezza, successo. E versi meravigliosi che vanno dritti al cuore. "Il carretto passava e quell'uomo gridava...", "come può uno scoglio arginare il mare...".

Rispetto a quel tempo, l'assetto societario non è cambiato. Gli eredi, con il cinquantasei per cento, hanno governato a lungo. Alle minoranze hanno negato sempre qualsiasi forma di spazio. Secondo Mogol, che ha fatto causa ottenendo un risarcimento milionario, la forza del catalogo non è stata mai sfruttata in maniera adeguata.

La liquidazione di Acqua Azzurra srl è sopravvenuta causa l'incomunicabilità tra soci e le opposte visioni. Impossibile la gestione in armonia: i primi due liquidatori costretti a sventolare bandiera bianca, hanno abbandonato. Inevitabile l'intervento del tribunale, l'avvocato Presti nominato liquidatore con pieni poteri. Non esclusi quelli di procedere alla vendita o di mettere a reddito il catalogo. Anche online. Soluzione sempre avversata dagli eredi. E nel 2019 Lucio Battisti sbarca per la prima volta sulle piattaforme di streaming musicale. Gli eredi votano per il dividendo.

Ma non è questa la conclusione auspicata per porre fine a diatribe e scontri. Il liquidatore si oppone al dividendo. Fa causa: serve disponibilità anche per il risarcimento di chi, gli stessi soci, fa causa. Non se ne esce, l'inghippo è una sorta di nodo scorsoio. Qualcosa di esattamente soffocante. Lo strappo finale, inevitabile, si manifesta chiaro e forte quando necessita stabilire "il compenso al liquidatore". È la scena madre finale. I soci chiedono, pretendono una riduzione; il professionista rimette il mandato. I soldi, quando non sono tutto come si sente dire in giro, rivestono sempre un ruolo fondamentale. Decisamente decisivo.

Gli azionisti non smettono di litigare un solo minuto. Non trovano l'accordo sulla nomina di un nuovo liquidatore. Provvede il tribunale, ancora una volta. Chiama Luigi Giovanni Saporito, con gli stessi poteri del predecessore. E per lui è come entrare tra le dodici corde di un ring. Anche il quarto liquidatore sa benissimo che nessuno tratterà l'acquisto del catalogo Battisti fino a quando i soci saranno in causa.

"Acqua azzurra Acqua chiara", non è proprio questo il caso. E neppure, se volete, di chiamare le diatribe "Emozioni".

di Franco Esposito