Un regime alimentare basato sulla dieta mediterranea, ricco di pesce, verdure, legumi, cereali e olio d’oliva, potrebbe proteggere il cervello dall’accumulo di proteine dannose e ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Neurology, dell'American Academy of Neurology, condotto dagli scienziati del Centro tedesco per le malattie neurodegenerative (DZNE) di Bonn, in Germania. Il team ha esaminato le proteine amiloide e tau, riscontrate nel cervello delle persone affette dal morbo di Alzheimer ma presenti a volte anche negli organi cerebrali di anziani con cognizione normale. Gli scienziati hanno coinvolto 512 partecipanti, 169 dei quali erano cognitivamente normali e 343 identificati come ad alto rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. I ricercatori hanno valutato l’alimentazione e le capacità cognitive dei soggetti, misurando le abilità tramite un set di test per la progressione della malattia di Alzheimer e sottoponendo gli individui a scansioni cerebrali. “L’adozione di un regime alimentare di tipo mediterraneo – spiega Tommaso Ballarini, del DZNE – ricco di verdure, legumi, frutta, cereali, pesce e acidi grassi monoinsaturi come l'olio d'oliva e caratterizzato da una presenza limitata di acidi grassi saturi, latticini e carne rossa, potrebbe effettivamente proteggere il cervello dall’accumulo di proteine che può portare alla perdita di memoria e alla demenza”. Il gruppo di ricerca ha anche analizzato il liquido spinale di 226 volontari per i biomarcatori della proteina tau e dell'amiloide. Dopo aver considerato fattori come età, genere e livello di istruzione, gli autori hanno estrapolato i dati e scoperto che la dieta mediterranea poteva effettivamente ridurre la progressione dell’invecchiamento cerebrale. I partecipanti che non seguivano un regime alimentare sano e non assumevano elementi tipici della dieta mediterranea mostravano livelli più elevati di biomarcatori di patologia dell'amiloide e della tau ed erano associati a punteggi inferiori nei test cognitivi di memoria e funzione cerebrali. Tra i limiti della ricerca, gli autori riconoscono la modalità di annotazione dell’alimentazione, che era autoriferita, per cui i partecipanti potrebbero aver riportato qualche informazione in modo errato o incompleto. “Saranno necessari ulteriori studi – conclude Ballarini – per approfondire i meccanismi alla base di quello che abbiamo osservato, ma i nostri risultati suggeriscono che un’alimentazione a base di cibi sani potrebbe ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer e proteggere il cervello dal declino cognitivo”.