di ROBERTO ZANNI

Dopo oltre vent'anni di calcio seguito grazie a La Giostra del Gol, gli italiani nel mondo dovranno rassegnarsi a perdere dalla prossima stagione questo legame con la madrepatria? Oppure hanno ancora qualche piccola possibilità di vedere ribaltata la decisione dello scorso marzo quando la Lega Calcio ha assegnato i diritti all'estero in esclusiva per il triennio 2021-2024 negli Stati Uniti a CBS Sports e quasi tutto il resto del mondo a Infront escludendo Rai Italia? Ci sono leggi o disposizioni che in realtà salvaguardano il calcio italiano per i connazionali (e discendenti) che vivono fuori dall'Italia? Domande che corrono lungo i fili virtuali del telefono. Da una parte all'altra del mondo chi fino a oggi ha seguito la squadra del cuore attraverso le voci e le immagini de La Giostra del Gol si chiede (e chiede) quale sarà il futuro della Serie A per chi non vive in Italia. Ed è quello che in un certo senso sta osservando Vittorio Vitolo, avvocato romano con interessi e legami in particolare negli Stati Uniti: sente la questione molto da vicino non solo come legale, ma anche come tifoso che, lontano dall'Italia, era abituato a sintonizzarsi sulle onde de La Giostra per rimanere in contatto con il pallone italico. E come noi, tanti, tra amici e conoscenti lo hanno interpellato in questi giorni per chiedergli un parere su quello che sta succedendo. E soprattutto capire quello che potrà capitare.
- Avvocato Vitolo, ma non c'è la Legge Melandri che protegge i fruitori delle trasmissioni di eventi sportivi all'estero e in particolare proprio del calcio?
"La Legge Melandri non garantisce proprio nulla a parte il fatto che non debbano esserci esclusive. C'è il secondo comma dell'articolo 16 del decreto legislativo che indica, ma non obbliga, l'ente televisivo emittente a fare in modo che non vengano prevaricati i diritti degli italiani all'estero. Ma in quale maniera, in che modo non è specificato. Nella legge non viene spiegato, si tratta di una tutela teorica. Perchè quando si parla di commercializzazione dei diritti fuori dall'Italia si fa riferimento alle disposizioni relative alla sezione I e all'articolo 8, commi 1, e 10 della sezione II, e si dice semplicemente che 'l'organizzatore della competizione disciplina nelle linee guida di cui all'articolo 6 la commercializzazione dei diritti televisivi sul mercato internazionale, prevedendo modalità tese a consentire la fruizione degli eventi'. Ma ancora una volta quali non si dice quali sono queste modalità e fruizioni. Purtroppo è lo stesso che si può trovare in tante altre leggi italiane".
- Anche l'Autorità Antitrust parla di 'salvaguardare la fruizione degli eventi nei territori esteri in cui sia forte la presenza di comunità italiane a beneficio delle quali può essere previsto un livello minimo di diffusione anche in lingua italiana'...
"L'Antitrust dice questo riferendosi alla Legge Melandri e al divieto di monopoli. Ma in definitiva non c'è nessuna legge italiana che possa imporre nulla, nemmeno di trasmettere nella nostra lingua".
- Quindi non si possono fare discorsi di monopoli se ad esempio in tutti gli Stati Uniti solo CBS Sport detiene i diritti della Serie A.
"Nello stato estero, fuori dalla Unione Europea, la legge italiana non ha valore, ma solo il contratto, in questo caso tra Lega e CBS Sports. Quindi non credo proprio si possa fare un ricorso per una eventuale applicazione: una legge nazionale non ha valenza in campo internazionale. Nel caso specifico, lo Stato italiano non ha nessun tipo di controllo, se non per i contratti sul territorio".
- E l'avvertenza della Lega Calcio di commentare le partite anche in italiano come la giudica?
"A mio avviso non esiste nessun obbligo, si tratta di qualcosa di generico, come dire dal momento che vi siete aggiudicati i diritti sarebbe opportuno trasmettere anche in lingua italiana, ma niente di più. Solo un esempio, se il broadcaster è americano, si potrà preoccupare della lingua italiana? A meno che, e questo ora non lo sappiamo, non ci sia un contratto che, da un punto di vista giuridico lo richieda con reciproche prestazioni. Gli italiani all'estero a questo punto possono protestare, ma non possono avvalersi di nessuna legge. La Lega Calcio evidentemente nella sua decisione ha guardato esclusivamente al profitto, senza preoccuparsi di loro".
-  Potrà cambiare qualcosa?
"Ci sono in atto discussioni per la modifica della Legge Melandri, e nemmeno per le questioni di cui stiamo parlando, ma fino a questo momento non è stato fatto nulla, sola teoria".
- Da avvocato, ma anche da tifoso: secondo lei la Rai ha fatto tutto quello che era nelle proprie possibilità per continuare ad assicurare un po' di calcio a Rai Italia?
"Non conosco i particolari delle gare di appalto della Lega Calcio a livello internazionale, ma da quanto ho capito, almeno per quello che riguarda l'estero, credo che la Rai non abbia fatto nulla. Così come successo per tanti altri avvenimenti sportivi che un tempo si vedevano in chiaro e adesso invece no, ultimo esempio gli Internazionali di tennis di Roma. Non c'è più il servizio pubblico, l'unica cosa che la Rai svolge in questo senso e far pagare il canone con la bolletta dell'energia elettrica".