Della vicenda sui diritti tv per l'estero del Campionato di serie A, La Gente d'Italia si è occupata, e continua a farlo, riportando commenti e umori degli addetti ai lavori e anche di coloro che, come telespettatori di Rai Italia, grazie a La Giostra del Gol, seguono, amano il calcio italiano e continuano a mantenere un legame con il Paese. Inutile soffermarci ancora sul reale significato del non poter seguire il Campionato più bello del mondo, non solo per gli italiani all'estero ma per Rai Italia, da sempre cenerentola delle reti Rai, che con gli anni ha finito con l'assottigliare, affievolire il rapporto, il filo diretto con i telespettatori. Restava solo lo sport, il calcio, in particolare, anche per non perdere completamente il patrimonio di italianità rappresentato dalle giovani generazioni. Per non dimenticare i "nuovi" emigranti che, per un fatto anagrafico, pur non abituali seguaci della tv, si avvicinano a Rai Italia proprio per non perdere il nostro campionato.

Da anni si parla della volontà, neanche tanto velata, di affossare questa rete, e in effetti, da rete ricca di produzioni dedicate alle comunità all'estero, a cominciare dal programma di servizio Sportello Italia, questa eventualità, con la chiusura de La Giostra del Gol, torna prepotentemente alla ribalta. Eppure come non considerare che è proprio grazie a questo programma che la Rai può contare su un consistente numero di abbonamenti? Se ormai il ruolo di servizio pubblico è stato ampiamente tradito, come è possibile che in Rai non sappiano, lo ripetiamo, che è proprio questo programma a garantire e incentivare gli abbonamenti?

Ma il tutto sembra non toccare, non interessare chi dovrebbe vigilare per evitare che questo canale venga nuovamente chiuso, come nel 2011 quando tutte le produzioni ad hoc per la comunità all'estero vennero sospese, mentre si continuavano a trasmettere i vari programmi Rai. Spicca, in questa vicenda, la "silente rassegnazione della direzione di Rai Italia", come la definisce, molto diplomaticamente, Fabio Porta... ma, pensandoci bene, per quale motivo l'attuale direttore, Marco Giudici, che ha completamente snaturato quello che doveva essere il programma di servizio e in procinto di andare in pensione, dovrebbe spendersi per mantenere in vita Rai Italia?

Se si dovesse dar retta alle "voci di corridoio", si dice che sia stato messo alla direzione di questa rete proprio per affossarla completamente... ma alle dicerie non bisogna mai dar retta! Per quanto... come interpretare il suo aver annullato gli spazi dedicati agli esperti che rispondevano direttamente ai quesiti posti dai telespettatori spesso sbloccando pratiche, come è accaduto con l'Inps, e il riservare rari e avari spazi agli interventi dedicati all'emigrazione, al CGIE tanto per far felici i Consiglieri invitati anche se per quei pochi minuti di celebrità che non si negano a nessuno?

Va bene, i direttori passano, ma per fortuna ci sono ben 18 parlamentari che di certo si faranno sentire... quindi, alla richiesta di una loro dichiarazione (sollecitata solo perché, dopo il diffondersi della notizia, nessuno era intervenuto "spontaneamente") mi aspettavo una levata di scudi pur consapevole di altre priorità... e invece... SILENZIO!

A distanza di una settimana dalla richiesta, alcuni di loro hanno almeno avuto l'accortezza di chiamarmi o scrivere dicendo che "per il momento" non ritengono opportuno rilasciare alcuna dichiarazione, altri, sollecitati ulteriormente, continuano a brillare per la loro assenza.

D'altra parte, ai parlamentari europei che ci sia o no Rai Italia poco cambia se non nulla visto che non ne hanno alcun ritorno; altri sono consapevoli che il miracolo di una rielezione alle prossime politiche non si ripeterà, sia per questioni di numeri sia perché sfido un qualsiasi partito a ricandidare chi è riuscito a salire alla ribalta nazionale solo per la sua assenza-inconcludenza... eppure questa inerzia sfiora comunque tutti. In linea generale, non riesco a dar loro tutti i torti, a parte il fatto che di fronte a determinate scelte "dall'alto" è umano sentirsi impotenti, inutili (anche se le battaglie in solitaria del solito Mirko Tremaglia dovrebbero aver lasciato un segno), perché preoccuparsi di una rete che dà pochissimo spazio alle comunità all'estero, ai parlamentari esteri se non per sporadiche apparizioni?

Anni fa c'erano le "tribune politiche", si dava spazio a tutti i candidati e alle modalità di voto, sia per le consultazioni politiche sia per i Comites, ma erano i tempi di Massimo Magliaro... un'altra storia. E c'era Sportello Italia, il programma di Francesca Alderisi (oggi Senatrice), una maniaca dello spirito di servizio: non passava nessun argomento, nessun ospite se non avesse un'utilità per gli italiani all'estero. Poi, dopo la chiusura del 2011 (anche all'epoca, se non ricordo male, furono in pochi ad intervenire), nel 2013 con diversi programmi voluti dal direttore Piero Corsini, in particolare con Community, Rai Italia tornò a dar linfa a quel filo diretto con l'estero, fino al 2017. Dell'attuale epoca "Giudici" ho già detto...

Intanto, a parte un intervento del Senatore Ricardo Merlo di qualche tempo fa, a rispondere alla nostra richiesta sulla questione diritti tv per il Campionato di serie A, fino a oggi, solo l'Onorevole Fucsia Nissoli Fitzgerald, dichiarazione che riportiamo integralmente: "Ritengo che l'impossibilità di trasmettere le partite su Rai Italia per la mancanza di acquisizione dei diritti di proprietà intellettuale sulle partite di calcio per l'estero, sia stata una grave mancanza ed avrà delle ripercussioni sulla percezione che i nostri connazionali appassionati di sport hanno dell'Italia. Lo sport è motivo di socializzazione, crea Comunità e dibattito e la trasmissione delle partite di calcio creava tutto questo, faceva ritrovare gli italiani insieme per vedere le partite e contribuiva a ricreare quel clima culturale che ci appartiene anche all'estero. Per tale ragione ho già sensibilizzato il Sottosegretario allo Sport ed attendo di incontrarla per capire come procedere per venire incontro alle esigenze dei nostri connazionali all'estero.

L'informazione sportiva è fondamentale anche all'estero e molti nostri connazionali si sono distinti per aver creato e promosso con successo squadre di calcio anche in Paesi dove il calcio è uno sport minore come gli USA.

Auspico, pertanto, che la Lega calcio, nella sua autonomia, ma anche nella sua sensibilità sociale e culturale, possa individuare forme adeguate per permettere ai connazionali sportivi che si trovano all'estero di continuare a seguire su Rai Italia quelle partite che hanno caratterizzato il nostro tempo sportivo all'estero".

Sarà solo un tentativo che non porterà a nulla, ma di certo è una dimostrazione d'attenzione. Mentre dietro il silenzio degli altri parlamentari (vogliamo aggiungere un "forse") è palese la volontà politica di dare il colpo definitivo ai programmi Rai per l'estero nati nel 1994 (all'epoca Rai Corporation diretta da Angela Buttiglione), programmi dedicati non solo ai connazionali all'estero, ma ai milioni di italofoni che, anche attraverso lo sport, il calcio in particolare, rappresentano un "investimento" per il Made in Italy e per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.

E allora, se questa volontà esiste, basta anche con i piagnistei per la sempre più scarsa partecipazione al voto degli elettori all'estero, perché se vengono a mancare spazi riservati ai vari step delle modalità di voto (dall'aggiornamento del proprio indirizzo da segnalare al Consolato di riferimento, all'invio del plico elettorale, alle indicazioni per evitare di veder annullato il proprio voto fino alle scadenze da rispettare), non bastano i patinati spot del Ministero degli Esteri, magari trasmessi sulle reti nazionali, a fornire le giuste e doverose informazioni all'elettorato estero. A proposito di Ministero degli Esteri... dimenticavo di rilevare anche il silenzio, sempre in merito alla cancellazione del Campionato di serie A da Rai Italia, dell'attuale Sottosegretario con delega all'emigrazione, Benedetto Della Vedova.

In sintesi, considerato anche che un dirigente di Rai Sport, dopo aver concesso un'intervista, ha preferito "tacere"; considerato il pesante silenzio dei parlamentari eletti proprio da chi, in questi giorni, sta manifestando scontento e rabbia verso la decisione di non trasmettere più La Giostra del Gol, mentre anche il mondo dell'emigrazione in generale, a parte qualche rarissima eccezione, sembra indifferente al tema, non resta che arrivare a una conclusione... forse fanno bene a chiudere Rai Italia...

Peccato che a farne le spese siano solo gli italiani all'estero!

di Giovanna Chiarilli