Dopo un lungo silenzio l'Ambasciata italiana di Montevideo è intervenuta ieri sul caso di Luca Ventre, il cittadino italiano morto il primo gennaio dopo aver scavalcato il cancello della sede diplomatica e sulla cui vicenda ci sono attualmente due indagini, una in Uruguay e l'altra in Italia.

A parlare è stato il capo della Cancelleria consolare  Alberto Amadei intervenuto nel corso della seduta del Comites dove ha affermato: "Nell'ultimo periodo c'è stata una minore disponibilità al dialogo da parte della magistratura uruguaiana verso i colleghi italiani malgrado le importanti notizie giunte da Roma che noi stessi abbiamo portato all'attenzione di tutte le massime autorità del paese, dal Ministero degli Esteri ai vertici della Fiscalia".

Il riferimento è alla perizia del medico della Procura di Roma pubblicata il mese scorso dove si sostiene che Ventre è morto soffocato a causa di un'asfissia meccanica violenta contraddicendo quanto sostenuto precedentemente dal medico uruguaiano. "Tutti noi siamo per la ricerca di una verità tempestiva che non lasci spazio ad ombre e dubbi: per noi questo è un obiettivo prioritario" ha rassicurato il secondo segretario dell' ambasciata: "Fin dal primo momento l'ambasciatore Iannuzzi si è speso in tal senso incontrando le autorità uruguaiane e promuovendo la collaborazione tra le due procure perché il dialogo è fondamentale per stabilire come sono andate realmente le cose".

Una collaborazione che secondo i rappresentanti diplomatici invece è mancata nell'ultimo periodo da parte di Montevideo proprio nel momento in cui da Roma l'inchiesta subiva una svolta: "Il pericolo è che in assenza di dialogo le indagini possano avere conclusioni diverse. Per questo motivo recentemente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è intervenuto scrivendo una lettera al collega uruguaiano Francisco Bustillo invitando ad agevolare il dialogo tra le due procure e sono state ricevute rassicurazioni da parte del ministro".

di Matteo Forciniti