DI STEFANO GHIONNI
"E se Grillo avesse un asso nella manica?". E' questa la domanda che circola tra i pentastellati. Un’inquietudine mista a curiosità, la loro, sussurrata a bassa voce da quanti, tra i seguaci dell'avvocato pugliese ed i fedelissimi dell’ex comico genovese, confidano in una clamorosa riappacificazione. Non manca, ovviamente, chi nella riapertura delle trattative con Beppe Grillo, intravede una sorta di "fregatura" per i sogni di gloria dell'ex premier. Il che, tradotto in soldoni, significa il rischio per il professore, di poter uscire indebolito dal braccio di ferro con il garante. Una prospettiva che, a ben vedere, non sarebbe poi tanto male per le sorti di un Movimento, quello 5Stelle, che, con il vecchio fondatore di nuovo al timone, potrebbe quantomeno provare a riguadagnarsi il terreno perduto. Tutto questo mentre si guarda con attenzione alle mosse del fondatore all’indomani della nomina della "task-force" dei sette saggi varata proprio per provare a ricucire lo strappo cercando un'intesa su Statuto, codice etico e carta dei valori. Più facile a dirsi che a farsi. Si sussurra, infatti, che qualora l'accordo con il leader incaricato e poi ripudiato, non dovesse essere raggiunto, Grillo potrebbe anche forzare la mano, dando il via libera alle elezioni del Comitato direttivo, in pratica, la cabina di comando del M5S, alla cui guida potrebbe candidare calibri da novanta come Luigi Di Maio e Roberto Fico insieme con Virginia Raggi, un trio d’assi ritenuto a lui vicinissimi. Insomma: Grillo si riprenderebbe il Movimento, con buona pace di Conte, il quale si ritroverebbe così “commissariato” o, se preferite, ridimensionato. Una prospettiva che agita, giustamente, gli animi dei supporter del professore. Cosa accadrà qualora l'ex premier dovesse sentirsi messo all’angolo dai "big"? La tregua andrebbe certamente in frantumi, perché la rottura tra i due è stata fin troppo radicale e le parole hanno lasciato decisamente il segno. Ok. Ma  a quel punto l’avvocato se ne andrà fondando un nuovo partito? Può anche essere. Ma con quali speranze di percentuali? Basse, bassissime. E soprattutto con quante chance di rielezione per quanti eventualmente dovessero seguirlo? Sicuramente poche. "Come si parte, si parte male", è il leitmotiv tra i contiani più pessimisti, sicuri che la mossa dell’ex comico genovese abbia un solo obiettivo: azzoppare il rivale. Ma sotto sotto, anche convinti che forse proprio l’asso nella manica del garante potrebbe servire quantomeno a fare chiarezza. Ridimensionando, sì, Conte, che a quel punto si ritroverebbe isolato, ma al tempo stesso anche salvando ciò che resta dell’anima del Movimento.