In Islanda la settimana di lavoro dura 4 giorni, gli impiegati pagati lo stesso importo per orari più brevi e la produttività è rimasta la stessa o è migliorata. 

In Italia ancora si timbra il cartellino e poi si va a fare la spesa o a fare jogging. Due notizie che arrivano una a poche ore dall’altra. Da una parte l’Islanda, dall’altra l’Italia. Da una parte chi apprezza quello che è stato fatto in Islanda, dall’altra chi immagina di farlo anche in Italia. Immagina, perché sarebbe impossibile.

Vediamo come funziona la settimana di lavoro supercorta in Islanda - Un “successo travolgente”. Così alcuni ricercatori hanno definito i risultati delle prove di una settimana lavorativa di quattro giorni in Islanda, in cui gli impiegati sono stati pagati lo stesso importo per orari più brevi. I test hanno portato i sindacati a rinegoziare i modelli di lavoro, e ora l’86% della forza lavoro islandese è passata a orari più brevi per la stessa retribuzione. 

Praticamente molti di loro sono passati da una settimana di 40 ore a una settimana di 35 o 36 ore. I lavoratori hanno riferito di sentirsi meno stressati e a rischio di esaurimento e hanno dichiarato che la loro salute e l’equilibrio tra lavoro e vita privata sono migliorati.

Leggendo la notizia dell’Islanda uno il pensierino ce lo fa. Anche da noi, anche in Italia. Settimana di 4 giorni lavorativi, dal lunedì al giovedì. Poi venerdì, sabato e domenica a casa o al mare. Non sarebbe male, ma poi? Poi forse, viste le notizie in susseguirsi dei “furbetti del cartellino” uno pensa anche: “Qui il Paese si ferma”. E non avrebbe tutti i torti in effetti. 

Sarebbe una settimana ancora più supercorta. 35 ore di lavoro per 4 giorni che poi di fatto diventano quasi la metà. Perché se ogni giorno si timbra il cartellino e poi si esce per i proprio comodi…