C’è un via vai di gente lungo avenida Brasil alle 9 di mattina di un soleggiato ma ancora freddo giovedì. Tanti passano di qui ma in pochi si fermano al numero 2980 dove giace Inform Italia, lo sportello informativo dell’Ambasciata di Montevideo che avrebbe dovuto risolvere il problema dei servizi consolari e invece oggi si ritrova del tutto snaturato, stravolto rispetto a quelle che erano le sue intenzioni originarie. Questo ufficio era stato inaugurato nell’agosto del 2019 sotto la spinta del Maie (il Movimento Associativo degli Italiani all’Estero) e dell’ex sottosegretario Ricardo Merlo per offrire informazioni al pubblico ma da oltre un anno si ritrova aperto solo una volta a settimana, giovedì dalle 9 alle 12:30, e poi viene usato per alcune pratiche di stato civile (ma si riceve solo su appuntamento).

Situato a pochi metri dall’Ambasciata, lo sportello informativo costato già migliaia di dollari che il Maie aveva addirittura celebrato come “nuova sede consolare” il giorno dell’apertura era stato pensato per alleggerire l’insostenibile mole di lavoro in attesa della costruzione della nuova palazzina i cui lavori sono appena iniziati. Oggi, nell’Uruguay che sta riaprendo tutto o quasi con una situazione sanitaria notevolmente migliore rispetto ai mesi scorsi, questo ufficio è rimasto bloccato nel limbo di un’emergenza che sembra non finire mai.

L’intenzione principale di Inform Italia è quello di informare, dunque di chiarire, ma già sulla porta d’ingresso regna un atroce dubbio: una grande scritta in bianco dice che è aperto da lunedì a venerdì ogni mattina, mentre un foglio attaccato sulla porta dal titolo “importante” chiarisce che l’attenzione al pubblico per le informazioni è momentaneamente sospesa e resta solo il giovedì, di conseguenza quello che c’è scritto sotto in bella vista ormai non vale più. Un paradosso, la realtà.

A metà mattinata si contano in totale 7 visite. Quasi tutte sono motivate dagli atti di stato civile, un servizio meno richiesto rispetto agli altri. Il caso più problematico resta quello della cittadinanza che continua ad essere sospeso da più di un mese con centinaia e centinaia di appuntamenti da riprogrammare come è stato denunciato recentemente dal Comites che ha lanciato l’ennesimo allarme parlando di situazione molto preoccupante.

“Sono qui per caso” dice Sofia Tarabini venuta a chiedere informazioni per un aggiornamento dello stato civile relativo al matrimonio. “Ero andata a chiedere informazioni all’Ambasciata e da lì mi hanno mandato qui, sono stata fortunata che proprio oggi era aperto. Quello che devo fare io è abbastanza semplice ma ho sentito che ci sono molti problemi con gli appuntamenti per la cittadinanza con tanta gente in attesa di ottenere un turno”. E sono proprio questi i problemi che la gente continua a denunciare da tanto tempo: è una rabbia che cresce e che trova sfogo quotidianamente anche sui social che vengono presi d’assalto come si evince dalle testimonianze che Gente d’Italia sta continuando a raccogliere.

“Sapevo che sarebbe stato difficile ma non così tanto” riconosce Camila Barolin. Attendere solo un appuntamento per la cittadinanza le porterà via tre anni di tempo ma questa è solo una parte del tempo totale che richiede questa pratica lunghissima. “Sapevo benissimo a cosa andavo incontro, lo leggiamo continuamente sui social ma se ci vogliono anni di attesa per un nostro diritto capisco la frustrazione che provano molte persone. Dopo circa un anno di tentativi sono riuscita a prenotare il mio turno pochi mesi fa con il vecchio sistema on line, la pagina non funzionava bene e c’era sempre scarsissima disponibilità. Il mio appuntamento sarà nel 2023, è una cosa abbastanza incredibile dato che ho tutti i documenti pronti ma avrò un’attesa totale di tre anni prima di potermi presentare”. “In base alla mia esperienza posso dire che qui a Montevideo c’è un servizio pessimo. Ignoro le motivazioni del problema ma immagino che ci sia poco personale in servizio” riconosce amaramente Camila.

“Sono più di due anni che sto provando a cercare una data, ovviamente non ci sono riuscita”. Valentina Graña si sta occupando di seguire la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana tanto per lei come per la madre, è solo all’inizio di un processo che sa di essere molto difficile ma non perde la fiducia. “Il nuovo sistema di prenotazione on line ci lascia una piccola speranza anche se personalmente non ho ancora visto gli effetti. Mi ero annotata nella lista d’attesa e, dopo un primo tentativo, mi avevano assegnato un turno per novembre del 2023. Questa data per me è eccessivamente lontana considerando anche la validità di alcuni documenti come per esempio gli atti di nascita che avevo tradotto e apostillato nel 2018. Questo è un problema molto importante dato che in alcuni casi i documenti scadono dopo un certo tempo e non vengono più accettati, quindi cosa faremo quando arriverà il nostro turno? Cercherò di riprovare in futuro, mi sono data sei mesi di attesa altrimenti viaggerò, andrò direttamente in Italia per aprire la pratica. In Uruguay c’è un sistema inaccessibile ed è un fatto gravissimo se abbiamo il diritto di esigere la cittadinanza”.

Rosana Di Giovanni racconta di aver provato a rinnovare il passaporto e anche questa esperienza è stato abbastanza difficile: “Ho provato per due mesi entrando tutti i giorni alle 19 (ora uruguaiana) e sono riuscita a ottenere un turno per settembre. Anche due anni fa, per il rinnovo del passaporto dei miei genitori, fu difficilissimo trovare una data. Io sono cittadina dal 1986, prima bene o male le cose funzionavano invece negli ultimi anni ho notato un notevole peggioramento dei servizi. Il sistema on line è complesso, non è assolutamente adatto a tutti e ci sono pochi posti liberi. A mio giudizio il servizio che viene offerto alla cittadinanza è davvero pessimo”.

Di Matteo Forciniti