Estate rovente per la politica italiana. Due giorni fa, l'emiciclo di Montecitorio ha dato il via libera alla riforma del processo penale voluta dalla guardasigilli Marta Cartabia. Tuttavia, i “mal di pancia” non sono mancati. Al netto delle resistenze dei dissidenti grillini che hanno fatto perdere la pazienza al “leader in pectore” Giuseppe Conte, gli ordini del giorno, presentati alla Camera, hanno messo a dura prova la tenuta dell’eterogenea maggioranza che sostiene il governo Draghi. In particolare, la bagarre è esplosa e quasi si è sfiorata la rissa quando in Aula è approdato l'odg di Fratelli d'Italia che puntava ad introdurre la responsabilità diretta dei magistrati.

Lega, Forza Italia e Coraggio Italia hanno fatto “quadrato” col partito della Meloni, riconoscendo nella proposta di FdI, la loro battaglia. A sorpresa, Italia dei Valori ha concesso libertà di voto ai propri parlamentari (nota di cronaca: l’odg, già bocciato dal governo, alla fine è stato respinto). Una mossa, quest'ultima, che non è però piaciuta a Pd e Leu i quali hanno puntato il dito contro i renziani, invocando “lealtà” e “rispetto degli accordi”. Ne è scaturito un violento alterco, conclusosi, con i richiamo del presidente Fico ed il classico nulla di fatto. Ma non c'è stato solo il pacchetto Cartabia a sparigliare le carte della vecchia alleanza giallorossa.

Il “centrosinistra”, infatti, si è scontrato anche sul ddl Zan con Pd, M5S e Leu che hanno scagliato strali alla volta dei renziani. E’ accaduto nella conferenza dei capigruppo del Senato. Il deputato renziano Davide Faraone (Iv), infatti, aveva chiesto, in quella stessa sede, di convocare un tavolo per trovare un accordo e portare il testo di legge contro l'omotransfobia in Aula prima della pausa estiva, così da chiuderlo in settimana. Dem, 5Stelle e Liberi e Uguali però, non hanno appoggiato la richiesta. “Da oggi i diritti sono ufficialmente in vacanza” ha sbottato Faraone.

“Falso”, hanno replicato Pd, M5S e Leu: “Faraone strumentalizza il ddl Zan, non c'è stata alcuna richiesta” è stata la loro motivazione. Ma non è finita qui. Disegni di legge a parte, c'è tensione anche sul capitolo Covid. Sono infatti più di 1.300 gli emendamenti presentati in commissione Affari sociali della Camera al decreto che introduce l'obbligo di “green pass”. E 916 di questi, sono solo del Carroccio. Uno, in particolare, di cui è primo firmatario Guido De Martini, ne prevede la addirittura la sospensione. Non solo. In un altro degli emendamenti si chiede di sottoporre la questione alla Corte europea dei diritti dell'uomo, al Parlamento ed al Consiglio Ue. Sulla stessa lunghezza d'onda della Lega, anche Fratelli d'Italia, un gruppo di ex grillini passati al Misto, Alternativa c'è e l'onorevole Sara Cunial. Tradotto in soldoni: si annunciano altre turbolenze nelle stanze della politica tricolore.